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Vittorio Feltri, pessima notizia: l’annuncio appena arrivato

La motivazione della sentenza

Il giudice Ludovico Sburlati ha sottolineato nella motivazione come la difesa, basata sul presunto carattere satirico e provocatorio del programma, non sia sufficiente a giustificare affermazioni che colpiscono categorie già vulnerabili. Sono stati richiamati i principi stabiliti dalla Corte di Cassazione e dalla Cedu, ribadendo che la satira non può mai essere una copertura per la discriminazione. La sentenza evidenzia che le parole di Feltri costituiscono a pieno titolo molestia discriminatoria, perché rivolte a interi gruppi sulla base di appartenenza etnica e religiosa. Nella quantificazione del danno, è stata considerata sia la notorietà pubblica di Feltri sia il suo ruolo di consigliere regionale, oltre all’ampio pubblico raggiunto dal mezzo radiofonico.

Vittorio Feltri radio La Zanzara

Reazioni delle associazioni e delle autorità

Diverse associazioni, tra cui ARCI, Lunaria, Cambio Passo Onlus e La Casa del Mondo – Adjebadia, hanno espresso soddisfazione per la pronuncia del tribunale, evidenziando come la sentenza rappresenti un segnale importante a tutela dei confini della libertà di parola. Nel comunicato congiunto, le organizzazioni hanno ribadito che “insultare o minacciare persone sulla base della provenienza o della fede religiosa rientra nella molestia discriminatoria”. Le associazioni auspicano che simili episodi non debbano più essere affrontati in sede giudiziaria, ma che si affermi una cultura del rispetto reciproco e della convivenza civile. La speranza è che la giustizia contribuisca a rafforzare i valori di una società aperta e inclusiva, in cui la diversità sia riconosciuta come ricchezza e non come motivo di esclusione.

Il caso Feltri riapre il dibattito sul ruolo dei mezzi di comunicazione e sulla responsabilità di chi li utilizza per diffondere messaggi che possono influenzare l’opinione pubblica. La sentenza potrà costituire un precedente importante per il trattamento delle discriminazioni mediatiche e per la definizione dei limiti della libertà di espressione in Italia. L’attenzione resta alta anche sulle misure adottate dagli ordini professionali e dalle autorità di vigilanza verso casi analoghi, al fine di prevenire nuovi episodi di incitamento all’odio. Il dibattito coinvolge il mondo giuridico, politico e sociale, chiamando tutti gli attori a una maggiore responsabilità nell’utilizzo del linguaggio pubblico. In conclusione, la vicenda rappresenta un momento di riflessione sull’importanza della parola e sulle conseguenze che l’uso irresponsabile dei mezzi di informazione può avere nei confronti di gruppi e singoli individui.

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