Quanto costa davvero il “Servizio Pubblico” con Benigni (e non solo)
Il dibattito sul prezzo, tuttavia, oscura una domanda più strutturale: chi altro è in grado di richiamare un pubblico così ampio con un contenuto culturale? Finché questa risposta resterà incerta, continueranno le polemiche e continueranno gli investimenti. La Rai paga, ma recupera in termini di visibilità e pubblicità; il pubblico protesta, ma poi guarda. Un equilibrio fragile, che si regge proprio sulla forza comunicativa di un artista capace di polarizzare come pochi.
Anche il nuovo appuntamento dedicato a Pietro nasce così: tra attese, scetticismi e curiosità. E come spesso accade, il brusio si interromperà solo al momento della messa in onda, per poi riaccendersi subito dopo, quando i titoli di coda riprenderanno a lasciare spazio alle discussioni.

Benigni, un esempio di Servizio Pubblico che resiste al tempo
Il valore dell’evento, però, resta altrove: nella capacità di restituire alla tv una prima serata diversa, sospendendo lo spettacolo per aprire uno spazio di riflessione, anche didascalica, ma necessaria. Benigni porta sulle spalle un’eredità culturale che varia nei toni ma non nella sostanza: unire linguaggio, storia, ironia e teatro in un’unica narrazione.
È in questo equilibrio tra genio e sregolatezza che il Servizio Pubblico ritrova, di tanto in tanto, la propria funzione più autentica. E finché un artista sarà in grado di suscitare allo stesso tempo curiosità, irritazione e ascolti record, la tv continuerà a interrogarsi su di lui. Forse è questo, in fondo, il segreto della sua longevità artistica.