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“Scacco matto”. Garlasco, c’é la svolta dopo la mossa dei carabinieri: roba grossa

La mossa dei carabinieri: tabulati telefonici per smascherare i contatti sospetti

La svolta, però, è arrivata con una mossa definita “scacco matto” dagli stessi ambienti investigativi. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno infatti acquisito i tabulati telefonici degli ultimi sei anni di tre ex militari oggi in pensione, che all’epoca dei fatti facevano parte della squadra di polizia giudiziaria di Pavia, a stretto contatto con il procuratore Venditti.

Un’operazione dal nome in codice eloquente: “Terrorismo internazionale”. Dietro questa denominazione, la volontà di ricostruire la rete di contatti, chiamate e spostamenti sospetti che potrebbero nascondere manovre di manipolazione o occultamento di prove.

Immagine di Chiara Poggi, vittima al centro del caso Garlasco
Carabinieri e indagini in corso sul caso Garlasco

Caccia ai collegamenti: i nuovi incroci di dati

Secondo le indiscrezioni, gli investigatori stanno procedendo con incroci digitali e analisi forensi sui tabulati, confrontandoli con materiale informatico sequestrato in passato. L’obiettivo è verificare se esistano comunicazioni o transazioni anomale tra le figure coinvolte, oppure contatti non giustificati nei periodi più caldi dell’inchiesta.

Una fonte interna agli ambienti giudiziari ha definito la situazione “potenzialmente esplosiva”: se dovessero emergere elementi concreti di collusione, il caso Garlasco potrebbe riaprirsi su basi completamente nuove, con conseguenze non solo penali ma anche istituzionali.

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Verso una nuova verità? Il caso Garlasco non è mai finito

A diciotto anni dai fatti, l’eco del delitto di Garlasco non si è mai spenta. Le battaglie legali, i processi e le assoluzioni non hanno cancellato i dubbi che continuano a tormentare la famiglia di Chiara Poggi e l’opinione pubblica.

Oggi, con le indagini di Brescia e la nuova offensiva dei carabinieri, l’impressione è che si stia entrando in una fase decisiva. Gli inquirenti parlano di una possibile svolta giudiziaria, una mossa che potrebbe riscrivere le pagine di uno dei casi di cronaca più controversi degli ultimi vent’anni.

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