Il ritorno e la consapevolezza
Negli ultimi anni, l’attore svedese aveva ritrovato un posto nel cuore del pubblico grazie al documentario The Most Beautiful Boy in the World (2021), che raccontava con intensità il prezzo della fama e la solitudine di chi viene trasformato in un simbolo troppo presto. Nel film, Andrésen mostrava con disarmante sincerità le ferite lasciate da quella definizione di “ragazzo più bello del mondo”, confessando di averla vissuta come una condanna più che come un dono.


L’ultimo ruolo e il ricordo
Nel 2019 era tornato sul grande schermo con Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster, in un ruolo minore ma dal forte valore simbolico. Il suo volto segnato dal tempo restituiva la malinconia di chi aveva attraversato la luce e l’ombra, la gloria e l’oblio. Con la sua morte, non scompare solo un attore: se ne va un’icona di delicatezza e mistero, l’immagine eterna di un ragazzo che Visconti volle trasformare in mito, e che il tempo non è mai riuscito davvero a cancellare.