
Salvatore Garritano, il salto tra i giganti e la notte dello Scudetto
Arrivò il trasferimento nella squadra che avrebbe segnato il suo destino. Scelto da una delle formazioni più blasonate d’Italia, Salvatore Garritano affrontò una nuova sfida senza dimenticare le sue radici: restò ancora una stagione in prestito nel club che lo aveva lanciato, prima di diventare la carta vincente di un gruppo leggendario. In quegli anni incise il suo nome nella memoria collettiva con reti pesanti e prestazioni da protagonista, come quando firmò il gol che valse una vittoria indimenticabile contro una delle grandi rivali del Nord.
Tra successi, convocazioni e nuove avventure
Con la maglia granata addosso, Salvatore Garritano fu la spalla ideale della famosa coppia d’attacco, guadagnandosi anche una chiamata con la Nazionale Under 23. La sua carriera proseguì poi tra piazze importanti e storiche del calcio italiano: Atalanta, Bologna, Sampdoria, Pistoiese, fino a scendere nelle categorie inferiori dove, tra Serie C e realtà provinciali, continuò a segnare e a regalare emozioni senza mai smettere di credere nel proprio sogno.
Salvatore Garritano, il ritorno alle origini e una nuova vita oltre il campo
Quando la carriera sembrava avviarsi al tramonto, Garritano decise di tornare dove tutto era cominciato. In un campionato memorabile, davanti a migliaia di tifosi, fu ancora una volta decisivo, trascinando la squadra verso un sogno insperato. Quella stagione fu l’ultimo grande atto di un percorso esaltante, suggellato da gol e da una passione che non si era mai spenta.
Dal calcio giocato al mercato internazionale: la seconda giovinezza
Appese le scarpe al chiodo, si reinventò dietro le quinte del calcio. Accanto a un noto dirigente, il calciatore calabrese divenne protagonista di operazioni storiche, portando in Italia alcuni dei più grandi talenti della Liga spagnola. “Raducioiu, Redondo, Mendieta, Rivaldo e Ronaldinho” sono solo alcuni dei nomi entrati nel nostro campionato anche grazie al suo fiuto e alla sua determinazione.
La notizia della sua morte, diffusa nelle ultime ore, ha sconvolto il mondo del calcio: Garritano conviveva da anni con una leucemia cronica, una condizione di cui parlò in diverse interviste. In passato aveva anche denunciato più volte l’uso improprio di farmaci nel calcio negli anni ’70 e ’80. Qualche anno fa, riporta il Quotidiano del sud, il calciatore cosentino aveva inoltre ricordato come il mondo del calcio lo avesse presto lasciato solo, indicando come veri amici soltanto Urbano Cairo e Ciccio Graziani.
Una testimonianza preziosa tra ricordi e passioni
La sua ultima intervista, affidata a un’importante testata locale, resta oggi una delle testimonianze più autentiche del suo amore per il calcio. Un racconto sincero, fatto di sacrifici, di gioie e di quella passione che lo ha accompagnato per tutta la vita. Un esempio per le nuove generazioni, un’eredità di valori che continuerà a vivere negli occhi di chi lo ha visto correre su ogni campo d’Italia.