Tra i riflettori e la difesa della sfera privata
Sul grande schermo, Redford è stato spesso affiancato da alcune delle attrici più amate di Hollywood: Barbra Streisand in Come eravamo, Jane Fonda in A piedi nudi nel parco e Il cavaliere elettrico, Meryl Streep in La mia Africa. Coppie cinematografiche entrate nell’immaginario collettivo, capaci di far sognare intere generazioni.
Eppure, nella realtà, Redford scelse di mantenere netta la linea di separazione tra finzione e vita privata. Nonostante fosse considerato uno degli uomini più belli del cinema americano, non si lasciò mai travolgere dal gossip. Al contrario, preferì difendere la sua intimità con la stessa forza con cui si impegnava per cause sociali e ambientali. La riservatezza fu il suo tratto distintivo, un segno di coerenza che lo rese unico anche lontano dai set.
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Una vita tra successi e prove personali
Oltre al successo planetario come attore e regista, con film indimenticabili e un Premio Oscar alla carriera, Redford portò avanti con tenacia battaglie civili e ambientali, fondando anche il Sundance Film Festival, punto di riferimento per il cinema indipendente. Parallelamente, però, la sua vita privata fu segnata da perdite difficili da superare, come la morte di due figli.
Questi dolori personali contribuirono a rendere Redford un uomo consapevole e riflessivo, capace di affrontare le luci della ribalta senza mai lasciarsene consumare. La sua grandezza, forse, risiedeva proprio in questo equilibrio: una carriera brillante e una vita privata custodita con cura, tra gioie, amori profondi e ferite che non smettevano di bruciare.