
L’aereo perde quota e scende verso il mare: terrore nei cieli italiani, in un istante – Un episodio drammatico si è verificato nei cieli italiani, mettendo a serio rischio la sicurezza di un Airbus A320 della compagnia Air Arabia. Appena un minuto dopo il decollo dalla pista 8 dell’aeroporto di Fontanarossa a Catania, il velivolo è sceso pericolosamente fino a soli 12,5 metri sopra il livello del mare, sfiorando una tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. L’aereo, impegnato in un volo di posizionamento verso Amman, trasportava soltanto l’equipaggio: il comandante tunisino di 47 anni, il copilota marocchino di 36 anni e quattro assistenti di volo.

L’aereo perde quota e scende verso il mare: terrore nei cieli italiani, in un istante
Il volo è partito alle 23:56, in una notte priva di riferimenti visivi a causa dell’assenza di luna e dell’orizzonte indistinguibile. Le condizioni meteorologiche, caratterizzate da un mare agitato con onde forza 4, hanno ulteriormente complicato la situazione, rendendo impossibile per i piloti orientarsi con i normali punti di riferimento. Secondo gli esperti, queste circostanze costituiscono il terreno ideale per il disorientamento spaziale, un fenomeno che può colpire anche i piloti più esperti quando vengono meno i riferimenti esterni e la percezione della posizione dell’aereo rispetto al suolo si confonde. Un elemento chiave emerso dal rapporto preliminare dell’Ansv (Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) riguarda una grave dimenticanza: le velocità di decollo non erano state inserite nel sistema di bordo, impedendo l’attivazione di alcuni automatismi fondamentali per la gestione sicura delle prime fasi di volo.

Gli allarmi in cabina e la risposta dei piloti
Il rapporto dell’Ansv evidenzia come l’equipaggio non si sia reso conto immediatamente del mancato inserimento dei dati. Solo quando l’Airbus A320 si trovava ormai a una quota pericolosamente bassa sopra l’acqua, sono entrati in funzione tre allarmi del sistema GPWS (Ground Proximity Warning System): “Sink Rate”, “Pull Up” e “Don’t Sink”. Questi avvisi acustici hanno segnalato una traiettoria critica e hanno spinto i piloti ad applicare subito la massima spinta ai motori, risalendo rapidamente fino a 49 metri di altezza. Gli investigatori sottolineano che il mancato aggiornamento del software di bordo ha giocato un ruolo determinante nell’episodio. Solo dopo l’accaduto è stato installato un aggiornamento che, in situazioni simili, avrebbe generato un allarme già all’avviamento dei motori in caso di valori di decollo mancanti, fornendo un’ulteriore barriera di sicurezza. Un aspetto che complica ulteriormente la ricostruzione dell’accaduto riguarda la mancanza delle registrazioni audio della cabina. Il cockpit voice recorder, infatti, conserva soltanto gli ultimi minuti di conversazione e, non essendo stato disattivato subito dopo l’atterraggio, ha sovrascritto i dati relativi ai momenti critici del volo.
Nonostante questa assenza, i dati tecnici raccolti dal flight data recorder hanno permesso agli investigatori di ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente sfiorato. Le informazioni raccolte restano fondamentali per analizzare ogni aspetto tecnico e organizzativo dell’evento.
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