Le accuse e il sospetto di Mosca: i droni russi fanno paura
La coincidenza temporale dei due episodi ha immediatamente acceso i riflettori sul contesto geopolitico. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha puntato il dito contro la Russia, parlando apertamente di una provocazione orchestrata per destabilizzare l’Europa e mettere alla prova la capacità di risposta degli alleati. Secondo Zelensky, senza una reazione ferma il Cremlino continuerà con questo tipo di azioni. Al momento, però, non ci sono conferme ufficiali sul coinvolgimento diretto di Mosca. Né vi è la certezza che i due episodi siano collegati tra loro. Tuttavia, il sospetto rimane forte, soprattutto alla luce delle tensioni nell’area artica e della recente adesione di Danimarca e Norvegia alla NATO.
Gli esperti non escludono diverse ipotesi. Per alcuni analisti si tratterebbe di un test di guerra ibrida, una sorta di prova generale per valutare la vulnerabilità degli spazi aerei europei di fronte a tecnologie difficili da individuare e neutralizzare. Altri collegano gli episodi a azioni di disturbo cibernetico, in linea con i recenti attacchi informatici che hanno colpito aeroporti strategici come Bruxelles, Berlino e Londra. Non mancano interpretazioni che richiamano la possibilità di gruppi indipendenti filo-russi, non direttamente legati a Mosca ma comunque intenzionati a seminare panico e instabilità. In questo scenario, i droni diventano strumenti a basso costo ma ad alto impatto, capaci di mettere sotto pressione le infrastrutture europee.


La dimensione psicologica dell’attacco
Al di là degli aspetti tecnici, ciò che preoccupa di più è la componente psicologica. Bloccare aeroporti, anche solo per poche ore, significa minare la percezione di sicurezza dei cittadini. È una forma di guerra psicologica, capace di generare insicurezza diffusa e di incrinare la fiducia nelle istituzioni. La scelta dei Paesi colpiti non è casuale: Danimarca e Norvegia occupano un ruolo cruciale nella scacchiera geopolitica, sia per la vicinanza all’Artico sia per il loro recente ingresso nell’Alleanza Atlantica. Colpire qui significa mandare un messaggio chiaro: nessun Paese europeo può sentirsi al sicuro. Il duplice episodio sembra dunque portare con sé un messaggio a più livelli. Da un lato, evidenziare che nessun aeroporto europeo è immune da simili minacce; dall’altro, mettere in difficoltà i governi, costretti a rassicurare l’opinione pubblica e allo stesso tempo a rafforzare le difese.