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Alessandro Venturelli scomparso, la madre scrive a Mattarella: “Ecco cosa chiedo”

“Presidente, usi la sua voce. Non si archivia un figlio”

Il passaggio più forte della lettera arriva a metà, quando la madre chiede a Mattarella di intervenire presso la Prefettura di Modena e le autorità giudiziarie, affinché non venga messa la parola fine a una storia ancora senza risposte. «Lei è il custode più alto della nostra Repubblica, il volto e la voce dell’Italia intera. Quando una madre si rivolge a Lei, lo fa come si parla a chi incarna la coscienza profonda del Paese», si legge nella missiva. Poi l’invocazione più difficile: un incontro. Per raccontare non solo la sua storia, ma anche quella di tante altre famiglie come la sua, “il nostro dolore, ma anche la nostra determinazione”. Perché, conclude Carassai, «finché ci sarà una madre che aspetta, un’ombra da illuminare, o un Presidente della Repubblica che ascolta, noi non smetteremo mai di cercare».

“Non si può chiudere tutto in un fascicolo”

In una recente intervista a Fanpage.it, Roberta aveva già manifestato le sue preoccupazioni: «Non posso sapere come andrà, ma mi auguro che il fascicolo non venga chiuso. Non perché cambierebbe qualcosa, ma perché darebbe un segnale in un mondo di disinteresse e indifferenza.» Parole che pesano. Che non cercano vendetta, ma riconoscimento. Che chiedono di essere credute. Anche al giudice che dovrà decidere se archiviare o meno, la madre ha voluto rivolgere un pensiero: “Si metta dalla mia parte e provi a pensare cosa farebbe se fosse suo figlio”. Un invito all’empatia, che in certi casi è già un atto di giustizia. Nel frattempo, la famiglia Venturelli continua a verificare ogni segnalazione arrivata in questi anni, spesso da sola, senza il supporto delle autorità. Perché, come ha dimostrato Roberta Carassai, l’amore di una madre non conosce archiviazione.

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