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Allarme bomba in Italia, evacuate oltre 5mila persone: la situazione

Allarme bomba in Italia, evacuate oltre 5mila persone: la situazione – All’alba, in un tranquillo centro toscano, il silenzio delle strade è stato interrotto da un via vai insolito. Famiglie con i trolley, anziani accompagnati dai volontari della Protezione civile, bambini che stringevano i peluche per sentirsi al sicuro. Non era un trasloco né una festa di paese, ma una giornata di quelle che si ricordano a lungo: un’intera comunità chiamata a lasciare le proprie case per un motivo che affonda le radici nella storia. Il cuore del borgo, come sospeso tra quotidianità e memoria bellica, è diventato improvvisamente teatro di un’operazione di sicurezza.

Allarme bomba in Italia, evacuate oltre 5mila persone: la situazione

Tutto per colpa di un ordigno rimasto silente per oltre ottant’anni. Il ritrovamento è avvenuto durante i lavori di ristrutturazione del Teatro Il Ferruccio, in piazza Guido Guerra. Gli operai, scavando, si sono imbattuti in un ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale: una bomba d’aereo da 500 libbre, inesplosa, rimasta nascosta sotto terra dal 1944. La scoperta ha fatto scattare immediatamente il protocollo di sicurezza. L’area interessata, con un raggio di 468 metri, comprende non solo il centro del comune principale ma anche parte del territorio limitrofo. È stata delimitata come “zona rossa”, dove nessuno avrebbe potuto restare durante le operazioni di disinnesco.

L’evacuazione di 5.195 persone

La Prefettura ha disposto l’evacuazione di 5.195 residenti. Dalle 7 del mattino di domenica 7 settembre l’accesso all’area è stato interdetto. Entro le 9, ogni abitazione e attività doveva essere svuotata. Per le persone più fragili il trasferimento era già avvenuto nella giornata precedente: dieci cittadini sono stati accompagnati in strutture protette nei comuni vicini, Montaione e Orentano. Per tutti gli altri, le amministrazioni locali hanno organizzato punti di accoglienza: a Empoli nella palestra della scuola Busoni, a Vinci nel palazzetto dello sport Falcone e Borsellino a Sovigliana.

Il lavoro degli artificieri

A occuparsi del disinnesco sono stati i militari del Reggimento Genio Ferrovieri dell’Esercito Italiano di Castel Maggiore (Bologna), specializzati in questo tipo di operazioni delicate. L’intervento prevedeva più fasi: messa in sicurezza dell’area, neutralizzazione della spoletta, rimozione e successivo trasferimento dell’ordigno in un luogo idoneo al brillamento. Per garantire la massima sicurezza, sono stati utilizzati anche droni in grado di sorvolare la zona rossa e verificare che non vi fossero persone rimaste nelle abitazioni o nelle strade interdette.

Nonostante i disagi, la risposta della popolazione è stata ordinata. I volontari della Protezione civile, la Croce Rossa, le forze dell’ordine e i vigili del fuoco hanno gestito l’evacuazione in modo coordinato. Molti residenti hanno accolto con spirito pratico la necessità di lasciare temporaneamente le proprie case, consapevoli che si trattava di una misura per la sicurezza collettiva. Le autorità hanno sottolineato che il rientro nelle abitazioni sarebbe stato possibile soltanto al termine delle operazioni di disinnesco e di trasferimento dell’ordigno. Un’attesa che, in giorni come questi, diventa carica di tensione ma anche di fiducia verso chi lavora in silenzio per garantire la sicurezza di tutti.

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