Il caso emblematico che accende l’allarme
In Italia, l’attenzione è cresciuta dopo un caso recente: un paziente di 34 anni, ricoverato per mesi a seguito di un incidente, ha contratto Candida auris quasi tre mesi dopo il ricovero. Solo grazie a settimane di terapie mirate è stato possibile debellare l’infezione. È stato dimesso dopo oltre sette mesi di ospedale, un esempio concreto di quanto possa essere complesso il percorso di guarigione.

Le misure di contenimento in atto
Per fermare la diffusione, gli ospedali stanno adottando misure straordinarie: isolamento immediato dei pazienti infetti, uso di guanti e camici monouso, disinfezione con soluzioni a base di cloro o candeggina, e screening dei contatti. Inoltre, il Ministero della Salute ha diffuso linee guida specifiche per la gestione dei casi e la sorveglianza attiva, con l’obiettivo di rilevare il fungo prima che possa diffondersi.
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Un’emergenza sanitaria globale
Candida auris non è più un problema circoscritto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito nella lista degli agenti patogeni prioritari da monitorare. La sua diffusione, alimentata dai viaggi internazionali e dai ricoveri prolungati, rischia di trasformarsi in un’emergenza sanitaria persistente, richiedendo cooperazione tra ospedali, laboratori e istituzioni.