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Alta tensione in Italia, cecchini sui tetti: cosa sta succedendo

Manifestazione pro-Palestina: tensione massima

Mentre dentro il Bluenergy si prepara la sfida sportiva, fuori un’altra partita prende forma. Il Comitato per la Palestina di Udine, insieme alla Comunità Palestinese del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha organizzato una manifestazione che attraverserà il cuore della città. Oltre trecento sigle — associazioni, collettivi, movimenti — hanno aderito al corteo che partirà alle 17.30.

Nonostante gli appelli del governo a sospendere la protesta dopo la tregua firmata a Sharm el-Sheikh, gli organizzatori non hanno arretrato. E tra i presenti ci sarà anche Amnesty International Italia, rappresentata dal portavoce Riccardo Noury, che ha dichiarato: “È il momento che Fifa e Uefa assumano le proprie responsabilità e sospendano Israele dalle competizioni internazionali”. Parole riportate da Libero, che aggiunge come la presenza di “agenti del Mossad a scorta della delegazione israeliana” abbia contribuito a rafforzare la percezione di una tensione altissima.

La città, nel frattempo, è irriconoscibile: bar e ristoranti chiusi, fioriere e sedie rimosse, taxi fermi. Un silenzio surreale si è impadronito del centro, dove anche i pochi passanti camminano in fretta. “Chi può, resta a casa”, scrive La Gazzetta dello Sport. E Udine, per un pomeriggio, diventa una città fantasma.

Italia–Israele: misure di sicurezza e allerta massima prima del match

Sul piano sportivo, Gennaro Gattuso schiera un 3-5-2 con Donnarumma, Di Lorenzo, Mancini, Calafiori in difesa; Cambiaso, Barella, Locatelli, Tonali e Dimarco a centrocampo; Raspadori e Retegui in attacco. Dall’altra parte, Israele risponde con un 5-4-1, guidato da D. Peretz e con l’esterno Manor Solomon, che ha ammesso: “Siamo abituati a giocare in queste condizioni, sappiamo di avere tutti contro”.

Il timore delle autorità, però, non riguarda tanto ciò che accadrà sul campo. Come ha ricordato il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga in un’intervista a Telefriuli, “c’è chi vuole creare tensione a prescindere. Lo sport dovrebbe unire, invece qualcuno cerca lo scontro”. Più ottimista il sindaco Alberto Felice De Toni, che ha preferito non presenziare allo stadio: “Sono certo che la manifestazione sarà pacifica. Il mio sogno è poter ospitare un giorno una partita tra Israele e Palestina”, ha dichiarato a Sky Sport.

Eppure, nel mosaico friulano di pattuglie, sirene e bandiere, resta una certezza: questa notte Udine è il crocevia tra sport e geopolitica. Una partita che vale punti mondiali, ma anche molto di più. Perché, al di là del risultato, ciò che accade qui racconta lo stato del mondo, sospeso tra tregue fragili e tensioni che nemmeno un campo da calcio può sciogliere.

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