I punti critici della sicurezza: come ha fatto ad arrivare fin lì?
Lo sconcerto per il gesto si è subito intrecciato a un’altra questione urgente: come ha fatto Russo a entrare indisturbato in un’area così protetta? A Orio al Serio, come in ogni scalo di livello internazionale, l’accesso alle piste è blindato, regolato da badge elettronici, presidi di sicurezza e sistemi di videosorveglianza. Dal 2022 è attivo anche un sistema di intelligenza artificiale in grado di rilevare movimenti anomali.
Eppure, tutto questo non ha impedito l’intrusione. Secondo Pasquale Salvatore, segretario della Fit Cisl di Bergamo, un episodio simile si era già verificato: “Un mese e mezzo fa un uomo è stato trovato nel carrello di un aereo. Avevamo già avvisato il prefetto e il gestore dello scalo”. La domanda che ora rimbalza da ogni parte è una sola: dove ha fallito la catena di sicurezza? Tra le ipotesi: un varco lasciato aperto, una zona cieca non coperta dalle telecamere, o una falla nei protocolli di intervento immediato.
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Chi era Andrea Russo: un passato difficile e domande senza risposte
Andrea Russo aveva 35 anni, era originario di Calcinate e da poco viveva con un parente a Mornico al Serio, in un’abitazione del fratello. Nel suo passato, secondo quanto emerso, c’erano problemi di tossicodipendenza e un periodo trascorso in una comunità di recupero. Sembrava essersi rimesso in carreggiata, ma qualcosa negli ultimi giorni potrebbe averlo riportato nel buio.
Le indagini della Procura di Bergamo, coordinate dal procuratore Maurizio Romanelli, stanno passando al vaglio ogni dettaglio: “Abbiamo trovato l’auto piena di oggetti ma senza nulla che possa far luce sulle motivazioni”, ha dichiarato. Non è escluso che Russo potesse avere un legame, diretto o indiretto, con l’ambiente aeroportuale, ma al momento nessun elemento lo conferma. Quella di Andrea è una tragedia che impone una riflessione urgente sulle procedure, sulla tenuta del sistema di sicurezza e, soprattutto, su quanto sia difficile prevedere un gesto disperato.