La condanna di Davide Nicco
Il gesto della capogruppo 5 Stelle, pur essendo simbolico e legalmente non sanzionabile, ha scatenato immediate reazioni. Il presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, ha definito l’azione “inopportuna e riprovevole in una sede istituzionale”. E ancora: “Anche se la sostanza non è stupefacente i rischi legati all’uso di droghe, soprattutto tra i più giovani, sono troppo gravi per essere evocati con leggerezza. Chi ricopre una carica pubblica ha obblighi di comportamento virtuoso e di esempio. Le istituzioni devono essere luoghi di responsabilità, non di spettacolo”.
L’Ufficio di Presidenza del Consiglio ha verificato che la sostanza portata in aula non conteneva principio attivo Thc, e quindi non aveva effetto drogante. Tuttavia, lo stesso organismo ha condiviso la posizione di Nicco, sottolineando la “pericolosità simbolica” del gesto. “Evocare pratiche legate al consumo di sostanze, anche solo a titolo dimostrativo, banalizza comportamenti rischiosi e manda un messaggio sbagliato”, ha dichiarato con forza il presidente.

La replica di Sarah Disabato
La consigliera del Movimento 5 Stelle ha difeso la sua protesta, accusando la giunta regionale di inerzia sul tema della canapa industriale. “La giunta dice di essere dalla parte delle imprese, ma non ha ancora preso posizione per difendere chi lavora in questo settore dalle vessazioni dovute a una legge fuffa voluta da Salvini”, ha dichiarato. Disabato ha poi ricordato che la legge prevede sanzioni durissime, ma che nella maggior parte dei casi “le procure archiviano le denunce perché la sostanza non ha alcun effetto drogante”. “Nel frattempo le aziende continuano a subire sequestri, controlli e danni economici enormi. È per loro che ho deciso di fare questo gesto simbolico”, ha concluso.