La battaglia sulle spese militari e il rischio per il welfare
Tra i temi più discussi affrontati da Conte c’è quello delle spese militari. Pur riconoscendo di aver incrementato i fondi alla Difesa durante i suoi governi, ha criticato duramente l’attuale direzione intrapresa dal governo Meloni, sostenendo che stia seguendo un modello di riconversione industriale simile a quello tedesco, orientato verso il settore bellico.
«Quella firma ci costerà 445 miliardi in dieci anni. Dove andiamo a tagliare?» ha detto Conte, facendo riferimento all’impegno richiesto dalla NATO di arrivare al 5% del PIL in spese militari. Secondo il leader pentastellato, un aumento così consistente rischierebbe di sottrarre risorse vitali alla sanità, alla scuola e al welfare, con impatti diretti sulla qualità della vita dei cittadini.
La posizione del M5S punta a un equilibrio più sostenibile tra sicurezza e investimenti sociali, richiamando l’attenzione sulle conseguenze di lungo periodo delle scelte in materia di Difesa.

Rapporto con Meloni e forza percepita dell’avversario
Durante l’intervista, Conte è stato interrogato sull’ipotesi che Meloni lo consideri un avversario politico più temibile di Schlein. Pur evitando una risposta diretta, ha ricordato che negli ultimi anni la premier lo ha accusato «di ogni nefandezza», sottolineando come soltanto ora sembri disposta a un confronto reale.
Questa dinamica riflette un contesto politico sempre più polarizzato, dove i leader diventano il fulcro dello scontro pubblico e delle attese dell’elettorato. Il confronto proposto da Conte si inserisce in questo scenario come un momento potenzialmente decisivo per chiarire le posizioni delle forze in campo.
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Legge elettorale, riforme e disponibilità al dialogo
Conte ha affrontato anche il tema della possibile revisione della legge elettorale, ribadendo il sostegno storico del M5S a un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento adeguata. «Se arriverà una proposta formale – ha concluso – non ci sottrarremo al confronto in Parlamento».
Il tema resta tra i più divisivi del panorama istituzionale italiano, con implicazioni importanti sulla rappresentanza democratica e sull’equilibrio dei futuri governi. La disponibilità manifestata da Conte indica l’intenzione di mantenere aperti i canali di dialogo.