L’Italia si muove: sicurezza e protezione dei cittadini
La premier Meloni e il suo Governo hanno messo in campo una macchina diplomatica: riunioni ministeriali in Italia e tra Stati membri dell’UE, interlocuzioni con ambasciatori e attivazione dei canali Onu per prevenire il contagio del conflitto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha pure disposto il monitoraggio costante della situazione dei nostri connazionali in Iran e Israele, attivando voli di rientro e rafforzando la protezione delle ambasciate. L’operazione diplomatica dell’Italia punta alla de-escalation, senza tagliare i ponti per un dialogo che potrebbe rivelarsi cruciale.

Quali scenari si aprono? Crosetto e Tajani invitano alla cautela
Secondo Crosetto, l’odierna crisi si segnala come una delle più pericolose mai esplose in Medio Oriente. “Pochissimo spazio per la diplomazia”, ha affermato, definendo il braccio di ferro come una guerra “lunga e potenzialmente devastante”. Ha anche evidenziato che l’Iran possiede armamenti missilistici e missili balistici difficili da intercettare, e che anche Israele può dispiegare armamenti potenti. Tajani ha confermato che è alta l’attenzione sull’area e sulle rotte commerciali, come lo Stretto di Hormuz, rilevando che la protezione dei convogli marittimi è una priorità per i nostri interessi economici. Le fonti Usa avvertono che le prossime 48 ore saranno cruciali: l’Iran potrebbe rispondere con attacchi mirati, estendendosi a basi americane in Medio Oriente o facendosi pagare da Hezbollah e i droni yemeniti. Israele, per voce del presidente Herzog, ha definito l’attacco Usa “storico” ma ha avvisato che “i prossimi giorni saranno delicati”. Non a caso, anche la stessa UE, compresa la commissaria Kaja Kallas, e organismi come l’Aiea, si muovono per una soluzione negoziata.