Perché proprio l’aeroporto di Rzeszów
L’aeroporto di Rzeszów-Jasionka, vicino al confine ucraino, è diventato negli ultimi anni uno snodo vitale per le operazioni logistiche, militari e diplomatiche. Da lì transitano armi, aiuti umanitari, delegazioni internazionali e leader politici, incluso Zelensky stesso. La sua centralità ne fa un bersaglio sensibile per chiunque voglia minare la stabilità ucraina colpendo direttamente la sua guida. Secondo le fonti ucraine, la scelta di questo luogo non è stata affatto casuale: era studiata per garantire la massima visibilità e destabilizzazione.

Zelensky sotto attacco: non è la prima volta
Quello di Rzeszów è solo l’ultimo di una serie di tentativi di eliminare fisicamente il presidente ucraino. Lo stesso Malyuk ha ricordato che anche nel 2023 fu sventato un altro piano, questa volta a Kiev. I tentativi di attentato contro Zelensky sono diventati una costante, riflettendo l’importanza strategica e simbolica che riveste a livello internazionale. Ogni nuovo episodio conferma quanto il presidente sia percepito dai suoi nemici non solo come un capo di Stato, ma come un simbolo da abbattere.
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Minaccia estesa oltre i confini: serve cooperazione internazionale
Il fallimento di questo attentato ha messo in evidenza l’efficacia dell’intelligence ucraina, ma anche la necessità di una stretta cooperazione con le agenzie di sicurezza europee. Il coinvolgimento di un cittadino straniero e la scelta di un obiettivo al di fuori del territorio ucraino dimostrano che le minacce sono sempre più globali. L’Ucraina non può affrontarle da sola. E mentre le operazioni sul campo continuano, dietro le quinte si combatte un’altra guerra, fatta di intercettazioni, infiltrazioni e neutralizzazioni di cellule ostili.