Aviaria: si pronuncia non solo Bassetti ma anche Ciccozzi
“Il contagio di influenza aviaria da una persona a un’altra non è stato dimostrato dal caso verificatosi in Missouri. Se avvenisse questo passaggio di specie le cose si complicherebbero, per questo dobbiamo evitare che circoli tra animali”, ha spiegato Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia al Campus Biomedico di Roma, che in merito al primo caso di influenza H5N1 senza contatto con animali malati riportato dai Cdc statunitensi ha rimarcato: “Per ora è un allarme non basato su dati scientifici, ma va monitorato con attenzione”. (continua a leggere dopo le foto)
Aviaria, quali sono i reali rischi per l’Italia
Per ora il rischio per l’uomo, se non si lavora in allevamenti intensivi, “è basso” e “chi è stato contagiato da animali ha presentato sintomi influenzali. Ma tra gli animali infetti vediamo alta letalità”, ha spiegato Ciccozzi. Se avvenisse una mutazione genica che rendesse trasmissibile il virus tra le persone, come fu per l’H1N1, un virus di derivazione suina adattatosi all’uomo, le cose si complicherebbero. “La patogenicità aumenta infatti nel momento in cui il passaggio del virus avviene nella stessa specie, almeno finché questo non si adatta al nuovo sistema immunitario, come visto con il Sars-Cov-2”, ha chiarito l’esperto. “Inoltre i contagi schizzerebbero perché è un virus respiratorio quindi più facilmente trasmissibile rispetto all’mpox. Ciò significa che potrebbe portare a una pandemia”, ha ribadito Ciccozzi.