LP.8.1: una variante da monitorare
Il nome della variante LP.8.1 non è del tutto nuovo nel panorama scientifico, ma finora non aveva attirato l’attenzione mediatica come altre sue “parenti” più celebri. Tuttavia, il suo comportamento clinico, almeno in questo primo caso grave, impone una nuova attenzione, anche alla luce del fatto che si tratta di una variante già molto diffusa a livello globale e che l’Europa, secondo le raccomandazioni scientifiche, dovrebbe prendere di mira nei prossimi aggiornamenti vaccinali. Il San Martino, tra l’altro, è lo stesso ospedale che ha segnalato il primo caso italiano della variante Nimbus NB.1.8.1, ennesimo acronimo da memorizzare nel lessico post-pandemico. Ma se Nimbus sembra ancora sotto osservazione, LP.8.1 potrebbe rivelarsi ben più insidiosa.

Cosa ci insegna questo caso
La vicenda solleva interrogativi sulla tenuta dell’immunità a distanza di anni dalle prime vaccinazioni di massa e soprattutto in vista delle future campagne. È evidente che l’attuale protezione potrebbe non bastare contro le nuove mutazioni del virus, capaci di dribblare anche sei dosi di vaccino. “Credo che sia il caso di pensare a dei vaccini aggiornati anche su queste nuove varianti”, ha concluso Bassetti. Il Covid non è finito, insomma, anche se lo abbiamo messo tra parentesi. Le sue varianti continuano a mutare, a muoversi, e in certi casi a colpire dove sembrava esserci una protezione solida.