Il comandante del Bayesian, James Cutfield è stato nuovamente interrogato dopo il tragico naufragio. La sua ricostruzione di quei terrificanti minuti in mare mentre il veliero affondava trascinando sette corpi a 50 metri di profondità, l’aveva fornita agli inquirenti quando è stato interrogato come persona informata dei fatti. Questa volta si è presentato davanti al pm indagato per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo e non ha risposto alle domande. Ci sono ancora diverse questioni che non tornano riguardo a ciò che è successo quella notte. In particolare, la difesa dovrà spiegare tre punti oscuri. Innanzitutto, l’allarme dato in ritardo di quasi mezz’ora rispetto al momento in cui è iniziato il pericolo. Il secondo sono i dispositivi di sicurezza che non hanno funzionato, infine il ruolo dell’unica vittima dell’equipaggio e le cinque persone trovate morte in cabina. (Continua dopo le foto)
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Il comandante del Bayesian non ha parlato durante l’interrogatorio
James Cutfield “si è avvalso della facoltà di non rispondere per due fondamentali ragioni: primo perché è molto provato”, poi “perché noi siamo stati nominati ieri e per articolare una linea difensiva compiuta, completa e corretta abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati che al momento non possediamo”, ha fatto sapere l’avvocato Rizzuti. Il capitano aveva affermato di non essere scappato mentre il veliero affondava e che ha fatto di tutto per salvare chi poteva salvare. Agli amici avrebbe rivelato che quella notte ad un certo punto l’acqua aveva invaso tutto ed era proibitivo entrare nel veliero che stava affondando. Ma prima di quel tragico momento, si poteva agire in modo diverso? È quello che stanno verificando gli inquirenti. (Continua dopo le foto)
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Le condizioni meteo nella notte del naufragio
Cutfield è scoppiato in lacrime durante l’interrogatorio del procuratore capo Ambrogio Cartosio e del pubblico ministero Raffaele Cammarano. Il suo predecessore al comando del Bayesian Stephen Edwards ha ammesso che guidare lo yacht è una “sfida strutturale. Con un’inclinazione a 45 gradi e i bocchettoni della sala macchine aperti la barca poteva avere seri problemi”. Cutfield dopo la tragedia ha detto che le previsioni non parlavano della burrasca: per quella notte era stata diramata un’allerta gialla della Protezione Civile per possibili temporali. Non si aspettava quindi un’evoluzione di questo tipo. Eppure altri capitano hanno spiegato che si sapeva che i rischi in quei giorni c’erano. “Era da giorni che ci scrivevamo di stare attenti perché poteva scatenare fenomeni violenti e improvvisi. Il fronte era passato da Formentera, disastro, poi in Sardegna…”, precisa Dudi Coletti, comandante di un cento piedi sfuggito alla tempesta. “Ma a Porticello è successo qualcosa di imprevedibile”, ha concluso. Cosa non si spiega riguardo al comportamento del capitano?
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