L’ipotesi del costruttore della nave
Secondo Costantino, la nave era ancorata quando, spinta dal vento, ha iniziato a scarrocciare per circa quattro minuti. In questo lasso di tempo l’acqua avrebbe già cominciato a infiltrarsi nello scafo, compromettendone la stabilità. In tali circostanze, ha spiegato l’ad di Italian Sea Group, sarebbe stato fondamentale chiudere ermeticamente lo scafo e la coperta. L’equipaggio avrebbe poi dovuto accendere i motori, sollevare l’ancora e abbassare la chiglia per mantenere la stabilità dell’imbarcazione.
Il navigatore Andrea Mura, in un’intervista a “la Repubblica”, ha avanzato l’ipotesi che la deriva del Bayesian fosse sollevata e che alcuni boccaporti fossero stati lasciati aperti per ventilare l’interno della nave. Fattore che avrebbe facilitato l’ingresso dell’acqua. Mura si chiede inoltre perché, in una notte di maltempo, l’equipaggio non abbia preferito rimanere in porto, evitando i rischi associati a una sosta in rada.
Le indagini sono ancora in corso, ma l’ipotesi di un errore umano sembra sempre più probabile come causa principale del disastro. Tuttavia, solo con la conclusione dell’inchiesta si potranno determinare con certezza le responsabilità di questa tragedia che ha sconvolto il mondo della nautica e non solo.