Operatore del 118 ai domiciliari: cosa metteva nel caffè dei colleghi
«Leggo» riferisce che il tribunale, per decidere la pena, si è soffermato sul clima di paura e diffidenza che caratterizza l’ambiente di lavoro dopo gli avvelenamenti. Praticamente le persone non lasciavano più incustoditi cibi e bevande. Non solo: gli operatori degli elicotteri hanno detto che non lasciavano in giro neppure le funi di sicurezza, per timore che qualcuno le manomettesse. «Questo è uno degli strumenti che può dare serenità alla gente che lavora con noi, serenità anche ai cittadini che si interfacciano con noi», ha detto il direttore del Dipartimento dell’emergenza interaziendale Giovanni Gordini, riferendosi ai domiciliari disposti per il 44enne, che lavorava alla centrale 118 Emilia Est di Bologna. L’accusa per lui, come dicevamo, è di aver messo degli ansiolitici nelle bevande dei colleghi provocando diversi malori. (continua a leggere dopo le foto)
Non sono chiare le motivazioni
Rispetto alle possibili motivazioni che abbiano spinto l’infermiere ad “avvelenare” i caffè, Gordini ha detto: «Possiamo giudicare i fatti quando saranno accertati, abbiamo professionisti di valore, tutti erano di valore, anche il professionista che oggi è oggetto di indagine: un conto è il valore operativo, scientifico, di operatività, un conto sono i comportamenti dei singoli e quello che viene giudicato».