
Famiglia nel bosco, la scoperta sui genitori dei bambini: cosa fanno per vivere. La storia dei bambini nel bosco nei pressi di Chieti ha recentemente attirato l’attenzione pubblica, sollevando interrogativi sulle dinamiche familiari e sulle decisioni delle autorità. La tematica ha risvegliato forti polarizzazioni anche dall’ambito della politica, ma le indagini stanno facendo chiarezza, cercando di sciogliere ogni nodo e di fare luce sui vari punti d’ombra della vicenda. Al centro della questione si trovano i genitori dei bambini e in particolare Catherine Louise Birmingham, madre dei tre minori allontanati da un casaletto immerso nei boschi. Ma cosa è emerso su di lei nelle ultime ore?


Bambini allontanati dal bosco: i dettagli sulle condizioni familiari
L’allontanamento dei bambini è stato formalmente disposto il 13 novembre 2025, dopo un anno di ripetuti contrasti tra i genitori e le autorità. Le relazioni compilate dagli assistenti sociali hanno evidenziato elementi di «preoccupante negligenza genitoriale», tra cui la mancata frequenza scolastica, l’isolamento dei minori dal contesto sociale e il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dal tribunale.
In particolare, i genitori si sarebbero rifiutati di fornire il certificato medico necessario per sottoporre i figli a accertamenti neuropsichiatrici e analisi del sangue. La posizione della coppia è stata chiara: «Consentiremo gli esami solo se ci verranno corrisposti 50 mila euro per ciascun minore». Questa richiesta, riporta Leggo, è stata considerata da molti inspiegabile, soprattutto in considerazione della filosofia di vita della famiglia, incentrata sul rifiuto del denaro e su un modello alternativo di sussistenza.

Le raccolte fonti e le valutazioni del Tribunale
Nonostante ciò, nel corso degli anni, la famiglia ha avviato due raccolte fondi: una da 10mila euro, con circa 2.500 euro raccolti, e un’altra da 25mila dollari, che ha permesso di ottenere oltre 17.700 dollari. Sul fronte dell’istruzione, i genitori non hanno mai presentato la dichiarazione annuale necessaria per praticare l’unschooling, mostrando solo un attestato informale di una scuola privata di Brescia, mai ufficialmente depositato presso le autorità competenti. Condizioni dell’abitazione e valutazioni del tribunale
Le indagini condotte sullo stato dell’abitazione hanno portato il tribunale a sottolineare la totale assenza di agibilità e di servizi essenziali come impianti elettrici, idrico e termici. Inoltre, secondo le valutazioni dei giudici, le condizioni igieniche e strutturali dell’immobile avrebbero potuto esporre i minori a gravi rischi sanitari, tra cui patologie polmonari e altre complicanze legate all’insalubrità degli ambienti. Nelle ultime ore, sono emerse anche altre informazioni circa le attività della madre dei bambini cresciuti nel bosco.
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