Una prima ricostruzione dei fatti
Secondo quanto è stato ricostruito fin ora, come riportato da Rtl, il piccolo che stava partecipando a un campo estivo per bambini con disabilità organizzato da una cooperativa locale quando è sfuggito ai controlli finendo nel pozzo artesiano. La donna, che sarebbe un’operatrice della cooperativa che fa parte dell’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (Annfpas), si è subito calata per tentare di recuperarlo, ma è caduta a sua volta. Per la vittima, che sarebbe annegata, non c’è stato nulla da fare. Lanciato l’allarme, l’educatrice è stata soccorsa e recuperata da una squadra del Nucleo speleo-alpino-fluviale, è stata poi affidata alle cure del 118. L’incidente sarebbe avvenuto durante un’escursione organizzata. (Continua a leggere dopo le foto)
La procura di Siracusa ha aperto un’indagine sulla morte del bimbo di 10 anni. L’inchiesta,che è ancora a carico di ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo. I magistrati stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia e soprattutto di capire se il pozzo, che è profondo 15 metri, fosse segnalato. Il sindaco, Salvatore Gallo, raggiunto al telefono da Fanpage.it, ha dichiarato: “Il pozzo era chiuso. Ma sembra che il bimbo sia salito sul coperchio e che quello abbia ceduto. C’era un grest organizzato dall’Anffas. Era un bel progetto sperimentale in cui bimbi normodotati lavoravano insieme a bambini con disabilità. In tutto, erano circa una ventina. Una educatrice si è immediatamente calata nel pozzo, per tentare di aiutare, mentre si aspettavano i soccorsi. Ma deve essersi fatta male anche lei, quando l’hanno estratta era ferita. È un bambino palazzolese. In un momento così triste posso solo dire che la macchina dei soccorsi è stata tempestiva. Nonostante i fatti siano avvenuti in una zona di campagna, tutti sono arrivati nel giro di pochissimo tempo, incluso il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco”.