I primi soccorsi sono arrivati intorno alle 22
Le ore sono trascorse lentamente, con la tensione che cresceva e la fatica che si faceva sentire. In particolare, la presenza di due neonate e di persone con fragilità ha reso l’attesa ancora più drammatica. Solo dopo svariate ore, intorno alle 22:00, i primi soccorsi sono finalmente arrivati: Protezione Civile, Polizia Ferroviaria e personale sanitario hanno prestato assistenza e supporto a chi ne aveva più bisogno.
Il treno sostitutivo, tanto atteso, ha raggiunto il convoglio bloccato soltanto alle 23:30, portando i passeggeri di nuovo a Roma Tiburtina invece che verso la loro destinazione. La ripresa del viaggio è avvenuta solo all’1:30 di notte, con un ritardo che ha superato le sei ore e che ha avuto conseguenze pesanti sull’intera organizzazione dei viaggiatori.

Una notte di attesa e il senso di abbandono
La lunga attesa, il caldo insopportabile e la mancanza di informazioni hanno fatto percepire ai presenti un senso di abbandono. “È stato un vero e proprio sequestro di persona”, ha dichiarato una passeggera, denunciando la totale assenza di comunicazione trasparente e tempestiva da parte della compagnia. Il viaggio, infatti, ha subito ritardi eccezionali: una delle passeggere ha raggiunto Bologna solo alle 4:30 del mattino e Bolzano alle 8:00, con oltre dodici ore di ritardo rispetto all’orario previsto. Questa vicenda mette in luce le criticità strutturali del sistema ferroviario e solleva interrogativi sulla gestione delle emergenze e sulla tutela dei viaggiatori in situazioni estreme. La denuncia dei passeggeri si concentra soprattutto sulla mancanza di assistenza concreta e sulla gestione post-incidente, elementi che hanno trasformato un guasto tecnico in una vera e propria emergenza umana.
L’episodio rappresenta un campanello d’allarme per tutto il settore del trasporto ferroviario, richiamando l’attenzione sulla necessità di interventi strutturali e su una maggiore attenzione alla sicurezza e al benessere dei viaggiatori. Un evento che, oltre ai ritardi e ai disagi individuali, lascia il segno nella memoria collettiva, sollevando domande sulla qualità e l’affidabilità dei servizi pubblici essenziali.
(Immagini di repertorio)