
“Un boato, poi il silenzio”. Tragedia spaventosa, morto un italiano: travolti così all’improvviso – Il fascino delle alte vette si trasforma spesso in pericolo estremo. Un drammatico incidente ha sconvolto la comunità degli alpinisti: un improvviso boato, seguito da un silenzio inquietante, ha segnato la fine di una spedizione nelle montagne nepalesi. La natura, implacabile, ha colpito ancora una volta senza preavviso, lasciando dietro di sé dolore e sgomento. Un italiano, appassionato di montagna e avventura, ha perso la vita in circostanze tragiche, travolto da una valanga in una delle aree più impervie del Nepal.

“Un boato, poi il silenzio”. Tragedia spaventosa, morto un italiano: travolti così all’improvviso
L’incidente è avvenuto nella valle del Rolwaling, nota per la sua bellezza e le sue sfide estreme, dove il campo base dello Yalung Ri si trova a oltre 5.600 metri di altitudine. Il maltempo e le condizioni imprevedibili hanno reso impossibile ogni tentativo di fuga: la valanga si è abbattuta sul campo con una forza devastante. Secondo le prime ricostruzioni, la spedizione era composta da alpinisti di varie nazionalità, uniti dalla passione per le grandi vette. In pochi istanti, il sogno di conquista si è trasformato in tragedia, coinvolgendo almeno sette persone.
La conferma della notizia è arrivata dalla Redazione ANSA il 3 novembre 2025 alle ore 15:25, segnalando l’ennesimo lutto che colpisce la comunità italiana impegnata nelle spedizioni himalayane. Le autorità locali hanno immediatamente avviato le operazioni di soccorso, ma la rapidità e la violenza del distacco non hanno lasciato scampo. Tra le vittime, spicca la presenza dell’alpinista italiano, riconosciuto per la sua esperienza e il suo amore per la montagna. Il suo nome, per rispetto della privacy, non è stato ancora diffuso ufficialmente. La tragedia ha generato grande commozione sia in Italia che in Nepal. Il Kathmandu Post ha riportato che la valanga ha colpito in pieno il campo base nel distretto di Dolakha, travolgendo alpinisti e guide. Oltre all’italiano deceduto, si contano altre sei vittime e quattro feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. Le operazioni di recupero sono state ostacolate dal maltempo e dal rischio di ulteriori valanghe, rendendo ancora più complessa la gestione dell’emergenza.

Le dinamiche dell’incidente e il bilancio delle vittime
La spedizione coinvolta nella tragedia era regolarmente autorizzata e composta da scalatori di diverse nazionalità, impegnati nella risalita dello Yalung Ri. Secondo fonti locali, la valanga potrebbe essere stata innescata da un improvviso innalzamento delle temperature, un fenomeno non raro in questa stagione ma sempre difficile da prevedere con precisione. Le autorità nepalesi hanno confermato che si tratta di un evento distinto rispetto a quello che ha visto coinvolti altri due italiani dispersi sul monte Panbari. Le condizioni del meteo e la conformazione del terreno hanno complicato i soccorsi. Squadre di soccorritori, con l’ausilio di elicotteri e unità cinofile specializzate, hanno dovuto lavorare per ore tra neve e detriti, mettendo a rischio la propria sicurezza. Il bilancio ufficiale parla di almeno sette vittime — tra cui il cittadino italiano — e quattro feriti, alcuni dei quali trasportati d’urgenza negli ospedali di Kathmandu per le cure necessarie. Le operazioni di identificazione sono tuttora in corso.
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