Colpiti sei centri iraniani, morte figure chiave
Gli attacchi hanno anche causato vittime tra i vertici militari: il capo di Stato maggiore Mohammad Bagheri e il comandante dei Pasdaran, Hossein Salami, sono stati confermati morti dai media statali iraniani. In un clima di grande tensione, l’ayatollah Ali Khamenei è apparso brevemente in video per rassicurare la nazione: “Sono vivo e seguo gli sviluppi”. Tuttavia, il suo consigliere per la sicurezza, Ali Shamkhani, è in condizioni critiche dopo essere stato ferito. Immediatamente, il governo iraniano ha convocato un vertice di emergenza con i leader militari. Un duro comunicato del Ministero degli Esteri accusa sia Israele che gli Stati Uniti di complicità, sottolineando che “la vendetta sarà inevitabile”.
Posizione americana: “Non coinvolti”, ma pronti a difendersi
La Casa Bianca ha dichiarato di non essere coinvolta nell’attacco. Il presidente Donald Trump ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il segretario di Stato Marco Rubio ha affermato: “Israele ha agito in modo unilaterale. Gli Stati Uniti non sono coinvolti, ma difenderanno il proprio personale nella regione”. Nonostante le dichiarazioni americane, Teheran sostiene che “gli Usa sono complici”. In Israele, intanto, rimane alta l’allerta: spazio aereo chiuso, voli sospesi da e per Tel Aviv, e lockdown nelle città della Cisgiordania. L’attacco rappresenta un punto di svolta. Israele ha agito preventivamente, senza aspettare provocazioni dirette. “Non sarà un’azione di un giorno solo”, dichiarano da Gerusalemme, mentre le sirene continuano a suonare. L’operazione, denominata “Nazione di leoni”, simboleggia una dimostrazione di forza senza precedenti.
