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Calcio italiano in lutto, ci lascia un grande

L’origine del soprannome

Comunardo Niccolai è stato ribattezzato nella sua carriera come il “re degli autogol”. Non tanto per la quantità degli stessi (solo 6), ma per la spettacolarità degli stessi. Come quello in uno Juve-Cagliari del 1970, quando anticipò Zigoni, trasformando un cross di Furino in una sfortunata situazione per i sardi. Niccolai, che in un’intervista riportata dall’AIC dichiarò: “Rammento gli autogol, uno a Catanzaro nella 300ª gara arbitrata da Concetto Lo Bello, uno a Perugia, uno contro la Roma e uno a Firenze. Al Franchi non avevo colpa perché il portiere, anziché parare, abbassò il braccio e la palla mi rimbalzò addosso. D’altra parte, i miei interventi erano spesso un po’ spericolati e capitava che arrivassi sulla palla scoordinato. Sembrava che ne segnassi 10 a stagione… Per fortuna feci anche 4 gol veri. Mi piacerebbe essere ricordato per il Mondiale ’70, per lo scudetto a Cagliari o per la carriera da allenatore, ma in fondo l’importante è essere ricordati”. (Continua a leggere dopo le foto)

Niccolai, chiamato anche “agonia” per il fisico molto asciutto era un difensore di primissimo livello che si tolse numerose soddisfazioni in carriera. Il suo nome è associato soprattutto al Cagliari, con cui ha conquistato l’eccezionale scudetto del 1970, giocandovi per 12 stagioni. Al suo attivo anche tutta la trafila con le nazionali, culminata nel passaggio in quella maggiore. In azzurro vinse l’argento ai Mondiali di Messico ’70.

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