La zona dei Campi Flegrei in Italia è sotto stretta osservazione a causa dell’intensificarsi delle attività sismiche, con scosse che recentemente hanno raggiunto una magnitudo di 3.7. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha segnalato che potrebbero verificarsi eventi sismici ancora più forti.
Il suolo si sta alzando: l’attività si intensifica
Mauro Di Vito, direttore dell’INGV, ha descritto l’incremento del fenomeno del sollevamento del suolo nella regione, che ora raggiunge i 20 millimetri al mese, un aumento considerevole rispetto ai 10 millimetri registrati all’inizio dell’anno. Questa attività intensificata potrebbe portare a terremoti di magnitudo pari o superiore a quelli già registrati, con il picco più alto degli ultimi quaranta anni che ha toccato una magnitudo di 4.2 a settembre 2023.
In risposta all’aumento delle attività sismiche, l’INGV e la Protezione Civile stanno collaborando per potenziare le misure di sicurezza e prevenzione. Di Vito ha sottolineato l’importanza di adottare le raccomandazioni di sicurezza e di restare informati sulla gestione dei rischi sismici. La cooperazione tra enti è essenziale per monitorare la situazione e garantire la sicurezza delle infrastrutture e della popolazione, soprattutto considerando che i Campi Flegrei sono classificati come zona ad alto rischio vulcanico.
Come minimizzare i rischi
L’incertezza riguarda l’evoluzione futura dell’attività sismica, che potrebbe incrementare o diminuire nel tempo, come osservato nei cicli sismici del 1982-84. Secondo Di Vito, la magnitudo dei terremoti non è direttamente connessa al tasso di sollevamento, ma dipende dalla dimensione e dalla struttura delle faglie coinvolte.
La situazione dei Campi Flegrei richiede un’attenzione costante e una pianificazione minuziosa per minimizzare i rischi e proteggere le comunità. Le autorità continuano a monitorare gli sviluppi, fornendo aggiornamenti e raccomandazioni per assicurare la massima sicurezza possibile alle popolazioni locali.