Il precedente di Luciano Garofano
La vicenda ricorda da vicino l’uscita di scena di Luciano Garofano, ex generale e consulente di Sempio fino a pochi giorni fa. La sua decisione di abbandonare l’incarico è stata motivata da “incompatibilità di vedute” con i legali, soprattutto in merito alla gestione della traccia 33. Per Garofano, quel reperto doveva essere incluso nell’incidente probatorio, mentre i difensori hanno deciso di escluderlo. Ma a far discutere è stata soprattutto una sua vecchia frase: «Quando mi renderò conto che Sempio è colpevole lascerò l’incarico». Parole che, rilette oggi, hanno alimentato i dubbi sul suo effettivo cambiamento di posizione.

Un contesto sempre più complicato
Il momento scelto da Palmegiani per entrare nel team non è dei più semplici. La sua nomina è infatti arrivata mentre si apriva un nuovo capitolo del caso: l’indagine sull’ex pm Mario Venditti, che aveva condotto la prima inchiesta su Sempio e che oggi si trova sotto la lente con l’accusa di corruzione. Una circostanza che rischia di condizionare non solo il percorso giudiziario, ma anche la credibilità delle figure coinvolte.
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Scontro in vista
Lo scenario che si prospetta è quello di un confronto diretto tra consulente e legale, con il rischio che la collaborazione si interrompa prima ancora di consolidarsi. Per Lovati, non ci sono margini di compromesso: serve chiarezza totale sul tema del Dna. Palmegiani, dal canto suo, sembra intenzionato a difendere la propria posizione, ma sa bene che ogni parola verrà soppesata con estrema attenzione. La sensazione è che le prossime settimane potrebbero riservare nuovi, imprevedibili colpi di scena in una vicenda che, dopo anni, non smette di scuotere l’opinione pubblica.