Social. Caso Liliana Resinovich, svelati i risultati dell’autopsia: ecco com’è morta. È stata depositata la consulenza medico legale dei periti incaricati dalla Procura per fare luce sulla morte della 63enne triestina. Il corpo della donna, scomparsa il 14 dicembre 2021, è stato poi trovato il 5 gennaio 2022 nell’area boschiva dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni. Il cadavere era avvolto in tre sacchi neri: uno attorno al corpo e due, più piccoli, le cingevano la testa. Ora finalmente si sanno le cause precise che hanno portato al decesso di Liliana. (Continua a leggere dopo la foto)
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Caso Liliana Resinovich, svelati i risultati dell’autopsia: ecco com’è morta
Il pubblico ministero Maddalena Chergia aveva chiesto ai due consulenti di indicare l’epoca della morte e le cause che l’hanno determinata. La consulenza medico legale è stata depositata oggi 31 Ottobre 2022. A quanto apprende l’Ansa, nella relazione si parla di “morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo” e il decesso risalirebbe “a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso”. Inoltre, il cadavere “non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte, con assenza per esempio di solchi e/o emorragie al collo, con assenza di lesioni da difesa, con vesti del tutto integre e normo indossate, senza chiara evidenza di azione di terzi”.
In sostanza, le evidenze emerse dagli accertamenti autoptici sarebbe compatibili con l’ipotesi del suicidio. A questo punto, sarà la Procura a dover valutare “se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d’intentato per fare piena luce sull’episodio”, concludono i consulenti. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa accadrà ora?
Dopo mesi di indagini sembra proprio che il caso Liliana Resinovich sia giunto ad una svolta: Liliana è morta per soffocamento e l’ipotesi del suicidio sembrerebbe essere quella più plausibile. Ovviamente, nella nota, come riportato dall’Ansa, però, il Procuratore, Antonio De Nicolo, spiega che nel decidere bisognerà considerare i cambiamenti che verranno introdotti dalla imminente entrata in vigore della riforma penale e le carenze nell’organico dei magistrati.
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