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“Causa patologie e morte”: il famoso collare anti parassitario sotto l’occhio del ciclone

Analisi scientifiche, cause legali e un prodotto che resta sul mercato

Il 2023 segna un momento cruciale: l’EPA pubblica finalmente un’analisi scientifica sul collare, riconoscendo l’esistenza di rischi ma stabilendo che il prodotto può restare in commercio, a patto di una comunicazione più chiara sui possibili effetti collaterali. Nel frattempo, negli Stati Uniti si susseguono circa 20 class action contro l’azienda produttrice. Nessuna di queste arriva però a una sentenza: le cause si chiudono con accordi extragiudiziali, per un totale di circa 15 milioni di dollari, senza che Elanco ammetta responsabilità. Una cifra che, come sottolineato nel servizio Rai, appare modesta se confrontata con un fatturato annuo di milioni di dollari e accompagnata da accordi di riservatezza che impediscono una piena trasparenza. L’EPA, dal canto suo, ha annunciato che raccoglierà ulteriori segnalazioni fino al 2028, quando deciderà se ritirare o meno il prodotto.

L’Italia tra silenzi istituzionali e testimonianze isolate

Nel nostro Paese, la situazione appare molto diversa. Il collare è regolarmente autorizzato dal Ministero della Salute, venduto come prodotto da banco e senza ricetta veterinaria. Nessun aggiornamento particolare è stato inserito nelle controindicazioni, e la casa produttrice continua a sostenere che non esiste un nesso scientificamente provato tra l’uso del collare e le morti segnalate. Durante la trasmissione, Giannini lo dice chiaramente: “Da noi non si sa niente”. I casi italiani portati in tv sono testimonianze dirette: un Labrador che ha sviluppato crisi epilettiche persistenti e un altro cane colpito da un tumore maligno dopo l’utilizzo del collare. Episodi che non costituiscono una prova scientifica, ma che rappresentano denunce pubbliche di persone che chiedono attenzione e approfondimento. In sostanza, il quadro italiano ricalca quello statunitense prima dell’esplosione del caso: nessun intervento ufficiale, nessun allarme pubblico, e un prodotto ampiamente diffuso. La domanda, a questo punto, è semplice quanto scomoda: conviene aspettare altri anni o iniziare a porsi qualche domanda in più, prima che sia troppo tardi?

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