Le vittime: tre eroi dell’Arma
A perdere la vita sono stati tre militari appartenenti a reparti d’élite dell’Arma:
- Luogotenente Marco Piffari, 56 anni, comandante della Squadra Operativa di Supporto (SOS) del 4° Battaglione “Veneto”;
- Brigadiere Capo Valerio Daprà, 56 anni, dell’Aliquota di Primo Intervento (API) del Nucleo Operativo Radiomobile di Padova;
- Carabiniere Scelto Davide Bernardello, 36 anni, anch’egli in servizio presso l’API.
Erano uomini addestrati ad affrontare situazioni ad altissimo rischio, con alle spalle anni di missioni e interventi complessi. “Professionisti impeccabili, sempre in prima linea per la sicurezza del Paese”, li ha ricordati il comandante provinciale dell’Arma, visibilmente commosso.

Le unità speciali API e SOS: lo scudo dell’Arma
Le Aliquote di Primo Intervento (API) e le Squadre Operative di Supporto (SOS) sono reparti nati per fronteggiare minacce terroristiche e situazioni critiche. Le API, inserite nei Nuclei Radiomobile dei Comandi Provinciali, contano tra i 9 e i 14 militari selezionati e formati per agire in contesti urbani difficili. Le SOS, invece, fanno parte dei Battaglioni Mobili dell’Arma e operano in gruppi più numerosi, da 12 a 24 uomini, con compiti di supporto e antiterrorismo. Entrambe le unità si addestrano alla base di San Pietro a Grado (Pisa), dove seguono corsi su tecniche di combattimento ravvicinato, primo soccorso operativo, tiro dinamico e gestione di esplosivi. Dotati di veicoli blindati e armamenti di ultima generazione, rappresentano la prima linea della sicurezza italiana. Quella di Castel d’Azzano, purtroppo, è diventata per loro una missione fatale: un’operazione di routine trasformata in una tragedia che ha scosso l’intero Paese e riaperto il dibattito sulla sicurezza degli interventi di sgombero.