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Chiara Petrolini, la sua catechista rompe il silenzio su Rai 2: cosa ha rivelato

La richiesta della Procura di Parma

La Procura di Parma ha richiesto che Chiara Petrolini venga trasferita in carcere, ritenendo che le misure cautelari attualmente in vigore non siano adeguate. Per questo motivo, i magistrati hanno presentato un appello al Tribunale del Riesame di Bologna, contestando l’ordinanza emessa il 19 settembre dal Gip di Parma, che aveva disposto gli arresti domiciliari per la giovane.

Il procuratore capo Alfonso D’Avino ha spiegato le motivazioni della richiesta in una nota, evidenziando anche il coinvolgimento dei genitori di Chiara nella vicenda. Nel suo provvedimento, il Gip aveva giudicato sufficienti gli arresti domiciliari, imponendo il divieto di comunicare con chi non vive con l’indagata—ovvero i suoi genitori e il fratello minore—sottolineando che il controllo da parte di questi ultimi avrebbe potuto garantire una certa sorveglianza. Una conclusione però non condivisa dalla Procura, “non potendosi affidare a terzi – dice il procuratore – nella specie, peraltro, a quegli stessi genitori che mai di nulla si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria, il buon esito e l’efficacia degli arresti domiciliari”.

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