Una firma inconfondibile tra misteri, noir e avventura
Artista curioso e instancabile, Ricci negli anni ’90 amplia ulteriormente il proprio raggio d’azione: collabora con testate come Tiramolla per la Vallardi, lavora con Il Corriere dei Piccoli, disegna Il giovane Indiana Jones e firma illustrazioni scolastiche per Fabbri e De Agostini. Nel 2000 sceglie di prendersi una pausa e si trasferisce a Grottammare, dedicandosi all’illustrazione per una casa editrice locale. Ma il richiamo del fumetto è troppo forte. Nel 2001 torna in grande stile entrando nello staff di Diabolik, per Astorina: il primo albo si intitola L’ultimo rubino, e sarà solo l’inizio di una nuova avventura. Da lì in poi, Ricci firmerà quasi quaranta episodi, fino al 2023, quando, a malincuore, a causa di problemi di salute, conclude la sua esperienza con Un alibi perfetto. Un testamento artistico che rappresenta l’eleganza e la coerenza del suo percorso.

Il testimone al figlio Marco: l’arte continua
Negli ultimi anni, Ricci ha lavorato fianco a fianco con il figlio Marco Ricci, che a partire dal 2008 ha curato le chine delle sue tavole di Diabolik. Un passaggio di consegne familiare e artistico, che ha permesso allo stile di Angelo di proseguire anche nei dettagli tecnici, conservando intatto lo spirito originale. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo del fumetto italiano. Ma il suo tratto, raffinato, incisivo, sempre riconoscibile, continuerà a vivere nelle pagine che ha disegnato e nei lettori che ha saputo conquistare.