
Segnali a proposito delle sue intenzioni era già emersi nei giorni precedenti attraverso alcuni messaggi indirizzati alla chat dei deputati M5S, in cui aveva manifestato perplessità e interrogativi sulla direzione politica intrapresa dal gruppo. In particolare, durante l’assemblea congiunta dei parlamentari svoltasi martedì scorso, la deputata aveva sottolineato la necessità di non “schiacciarsi sul Pd”, precisando che non avrebbe appoggiato una possibile alleanza con Eugenio Giani in Toscana. Le sue parole hanno trovato eco tra i membri del Movimento, alimentando il dibattito interno e mettendo in evidenza la presenza di sensibilità diverse rispetto alla linea politica nazionale. L’addio arriva in un momento delicato, segnato da tensioni e da una vivace discussione sulle strategie future del partito.
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Chiara Appendino si dimette
Chiara Appendino ha annunciato le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Movimento 5 Stelle, ufficializzando la sua decisione durante il Consiglio nazionale che si è svolto nella mattinata odierna. La ex sindaca di Torino ha motivato il proprio gesto come una scelta di coerenza e di autocritica, dichiarando davanti ai vertici del partito: “È tempo di rimetterci tutti in discussione”. Questa dichiarazione conferma le voci che si erano diffuse nelle ultime ore circa una sua possibile uscita dalla vicepresidenza.
Secondo fonti vicine alla diretta interessata, Appendino avrebbe a lungo riflettuto sulle possibili ricadute della sua scelta, valutando attentamente il contesto in cui si inserisce. Il suo passo indietro può essere letto come un invito collettivo a un esame di coscienza e a un ripensamento della rotta intrapresa, sia in termini di alleanze sia di identità politica.

Tensioni interne al M5S
Negli ultimi mesi, il Movimento ha vissuto un periodo di forti tensioni interne, scaturite sia dalla discussione sulle alleanze con il centrosinistra, sia dalle difficoltà nel ricostruire un rapporto di fiducia con l’elettorato. Il rischio dell’astensionismo, evidenziato da Appendino, resta uno dei problemi più urgenti da affrontare nella nuova fase politica che si sta delineando. La scelta di Appendino potrebbe avere ripercussioni anche sull’equilibrio delle correnti interne e sulle future strategie comunicative del partito, che dovrà ora dimostrare di saper interpretare le esigenze di un elettorato sempre più esigente e frammentato.
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