Gli anni d’oro: tra “I Fichissimi” e “Attila flagello di Dio”
Il vero successo arriva negli anni Ottanta, quando Mauro Di Francesco diventa un volto fisso della commedia italiana più amata. Film come I Fichissimi, Attila flagello di Dio, Sapore di mare 2 – Un anno dopo e Abbronzatissimi lo consacrano al grande pubblico.
Interpreta il milanese simpatico e un po’ ingenuo, “Maurino”, il ragazzo di strada che sogna e scherza con leggerezza: un personaggio diventato iconico, simbolo di un’Italia spensierata e ancora capace di ridere di sé.


Il ritorno in tv e la scelta del silenzio
Negli anni successivi, Di Francesco continua a lavorare tra cinema e televisione, partecipando a serie di successo come I ragazzi della 3ª C, Tutti in palestra, Grand Hotel e Ferragosto OK. Sempre con la sua naturalezza, lontano da protagonismi e clamori.
Negli ultimi tempi aveva scelto di vivere in Toscana, lontano dai riflettori. In una delle sue ultime interviste aveva detto con ironia:
“Mi muoverei solo se mi chiamassero Sorrentino o Tornatore. Magari anche Tarantino… allora ci penserei.” Una battuta che racchiude la sua essenza: autoironia, classe e un pizzico di malinconia.
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Il ricordo di un artista amato e discreto
Con la morte di Mauro Di Francesco, il cinema italiano perde una delle sue anime più autentiche. Non un divo, ma un attore vero, di quelli che sanno stare sul set con naturalezza e misura. Chi ha lavorato con lui ne ricorda la gentilezza, la capacità di far ridere senza mai esagerare, la passione per un mestiere che considerava un dono.
Oggi, chi lo ha amato attraverso i suoi film ritrova in quelle pellicole la leggerezza di un’epoca, e il sorriso malinconico di un artista che non ha mai smesso di far sorridere.