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“Cosa le aveva fatto in vacanza”. Pamela uccisa dal fidanzato: l’orribile verità si scopre solo ora

La violenza e il tentato omicidio

L’ex compagno ha dichiarato che i due si erano trasferiti insieme a Cervia, nella casa di Soncin, ma la convivenza si sarebbe interrotta rapidamente. La giovane, appena 29enne, decise infatti di lasciare l’abitazione, probabilmente a causa del comportamento alterato del compagno, che secondo alcune testimonianze faceva uso di sostanze stupefacenti e psicofarmaci.

Durante l’estate, la coppia si era recata in vacanza all’isola d’Elba, dove la situazione è precipitata ulteriormente. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, proprio qui Soncin avrebbe tentato per la prima volta di uccidere Pamela. L’aggressione fu violenta: la ragazza venne presa a calci e schiaffi, minacciata con frammenti di vetro e, stando alla ricostruzione, l’uomo avrebbe cercato di gettarla dal balcone della loro stanza d’albergo. Solo l’intervento tempestivo dello staff dell’hotel evitò il peggio.

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Nessuna denuncia contro il compagno violento

Nonostante la gravità di quanto accaduto, Pamela non denunciò formalmente l’accaduto. Un dettaglio che emerge anche da altre testimonianze raccolte: la giovane avrebbe più volte minimizzato le violenze, temendo ripercussioni ancora più gravi da parte del compagno. Gli investigatori sottolineano come la paura e l’isolamento siano elementi ricorrenti nelle storie di violenza domestica, rendendo difficile per le vittime trovare il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine.

L’unico intervento ufficiale della polizia risale al 9 maggio 2025: quella sera Pamela compose il 112 perché Soncin insisteva nel bussare alla sua porta, cercando in modo ossessivo di entrare in casa. Agli agenti, la donna dichiarò di conoscere Soncin “da un anno”, definendolo semplicemente “un amico”. L’uomo si allontanò spontaneamente e, nonostante il consiglio ricevuto di sporgere denuncia, Pamela non formalizzò mai l’accusa.

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