Al ventunesimo giorno di guerra, la situazione tra Russia e Ucraina resta delicata. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha ammesso che il suo Paese non entrerà nella Nato. Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa, i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, sono andati ieri a Kiev, con un gesto clamoroso, simbolico ma anche estremamente politico. A Kiev, assediata dalle forze russe, continua il coprifuoco totale di 36 ore imposto dalle autorità ucraine. Nel frattempo dal resto del mondo arrivano gli aiuti umanitari e all’aeroporto di Pisa sarebbe stata fatta una scoperta sconcertante. (Continua a leggere dopo la foto)
Aeroporto Pisa, armi nascoste tra gli aiuti umanitari? Cosa sta succedendo
Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, immediatamente si è messa in azione la macchina degli aiuti umanitari. Tantissime le associazioni che ogni giorni si occupano dei profughi e non solo. Molte di esse inviano costantemente beni di prima necessità nelle zone colpite dal conflitto. Un fatto insolito sarebbe accaduto in queste ultime ore in Toscana. Come riportato da Libero, fra gli aiuti umanitari destinati all’Ucraina e in partenza dal cargo village dell’aeroporto di Pisa ci sarebbero anche carichi di armi. La denuncia è partita da Irene Galletti e Silvia Noferi, consigliere regionali del Movimento 5 Stelle, ma è tutta da verificare. Infatti, per ora non si hanno conferme di quanto affermato dalle due donne. Se così fosse, sarebbe un gesto da condannare. Nel frattempo vediamo nello specifico le loro affermazioni. (Continua a leggere dopo la foto)
Le parole di Irene Galletti e Silvia Noferi
Sempre come riportato da Libero, Irene Galletti e Silvia Noferi hanno annunciato un’interrogazione alla Giunta per fare chiarezza sulla presunta presenza di armi all’interno degli aiuti umanitari: «Apprendiamo da fonti sindacali vicine ai lavoratori dello scalo aeroportuale civile di Pisa la notizia relativa ad aiuti umanitari destinati all’Ucraina contenenti, invece che vettovaglie, medicine ed altri generi di conforto, armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi. Un carico che i lavoratori non si aspettavano di dover maneggiare e che ha spinto alcuni di loro a rifiutarsi di imbarcare i velivoli in partenza per le basi Nato in Polonia».
Poi le due consigliere del Movimento 5 Stelle hanno aggiunto: «Non si può essere pacifisti a corrente alternata e nemmeno fingere che i 30 milioni impegnati nella scorsa legislatura per migliorare i collegamenti ferroviari con la base militare di Camp Darby, dove sono stanziate e operano truppe statunitensi, non servano anche ad operazioni simili. Opera che tra l’altro è costata l’abbattimento di migliaia di alberi in un’area di parco, poi costretta anche a modificare paesaggistiche di rilievo».