Indagato un avvocato
Nella stanza 101 di un residence di Prato in cui alloggiava Denisa, i carabinieri hanno rinvenuto tracce importanti. Impronte e profili genetici sono stati repertati, mentre le telecamere di sorveglianza, comprese quelle del vicino casello autostradale, sono state attentamente esaminate per trovare eventuali indizi.
Gli investigatori di Prato avrebbero iscritto un avvocato calabrese di 45 anni nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persona. Questa figura, che sembra avere un legame diretto con Denisa, sarebbe stata citata dall’amica della giovane come persona che conosce particolari significativi sulla sua scomparsa.
L’amica di Denisa ha segnalato un rapporto teso tra l’avvocato e la giovane, rivelando che l’uomo avrebbe rassicurato la madre con la frase: “Stia tranquilla, sua figlia è viva anche se ferita”. Inoltre, è emerso che lo stesso avvocato avrebbe difeso gratuitamente un gruppo di romeni coinvolti in violenze contro Denisa, in cambio della sua liberazione. Secondo la testimone, il sequestro potrebbe essere stato orchestrato dall’avvocato per motivi passionali, dopo che Denisa lo avrebbe respinto.
Cosa le avrebbero fatto
La giovane ha rivelato inoltre uno scenario agghiacciante. Secondo il suo racconto, infatti, Denisa sarebbe stata rapita e seviziata, “le avrebbero anche rotto i denti”. La giovane testimone, considerata sin da subito una fonte attendibile, ha raccontato di essere stata informata del sequestro direttamente dalla madre di Denisa, Maria Cristina Paun, 49 anni, ora, appunto, formalmente indagata per false informazioni al pubblico ministero.
Fino a quando non verrà fatta luce su questa vicenda, le ricerche continueranno ininterrottamente. La speranza è che ogni pezzo del puzzle possa trovare il suo posto, portando finalmente giustizia a una storia tanto complessa quanto dolorosa.
