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“Lo abbiamo trovato”: dieci ore di ricerche, poi la notizia peggiore su Francesco

“Lo abbiamo trovato”: dieci ore di ricerche, poi la notizia peggiore su Francesco – Un grave incidente sul lavoro ha colpito la comunità di Monte San Giusto, in provincia di Macerata, dove nella notte è stato ritrovato privo di vita Francesco Broda, 48 anni. L’uomo era rimasto bloccato per ore all’interno della cabina di un escavatore durante un intervento presso l’impianto Rita Calcestruzzi di Corridonia. Il dramma si è consumato nel pomeriggio del 24 ottobre 2025, quando un cedimento improvviso del terreno ha coinvolto il mezzo pesante, rendendo vani i tentativi di salvataggio.

“Lo abbiamo trovato”: dieci ore di ricerche, poi la notizia peggiore su Francesco

L’allarme è scattato attorno alle ore 15. Fin da subito, vigili del fuoco, tecnici specializzati e personale medico hanno lavorato senza interruzione per tentare di estrarre l’operaio in vita. Le operazioni di soccorso sono risultate estremamente complesse a causa della presenza di acqua e fango, che hanno ostacolato l’accesso al veicolo intrappolato. Solo intorno alla mezzanotte e mezza, dopo quasi dieci ore di manovre delicate, il corpo di Broda è stato recuperato. Purtroppo, per lui non c’era più nulla da fare.

Le operazioni di soccorso all'impianto Rita Calcestruzzi di Corridonia nella notte del recupero della vittima
Escavatore coinvolto nell'incidente mortale a Corridonia, avvolto da fango e detriti

Le dinamiche dell’incidente: escavatore travolto dal terreno

Durante le attività di cantiere, Francesco Broda, dipendente di una ditta esterna, si trovava su un escavatore insieme a un collega impegnato con un camion per il trasporto dei materiali. Il terreno ha ceduto all’improvviso, causando il ribaltamento del mezzo e imprigionando Broda nella cabina. Il collega, riuscendo ad abbandonare il veicolo tramite il finestrino, ha dato immediatamente l’allarme ed è stato testimone delle fasi iniziali dei soccorsi. L’intervento dei soccorritori è stato ostacolato dalla presenza di acqua e fango densi, che hanno complicato ogni movimento e messo a rischio la sicurezza degli operatori. Le pale meccaniche affondavano nel terreno instabile e ogni tentativo di avanzamento veniva rallentato dal materiale vischioso. La situazione è diventata sempre più critica con il passare delle ore, rendendo estremamente difficile il recupero del corpo.

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