“You’ll never walk alone”: le parole diventano ricordo
I tifosi chiedono di ritirare per sempre la maglia numero 20 indossata da Jota. Un gesto che il Liverpool non ha mai concesso a nessun calciatore nella sua storia, fatta eccezione per il simbolico numero 96, in memoria delle vittime della tragedia di Hillsborough. Ora, il popolo dei Reds chiede che il 20 non venga mai più assegnato a nessuno. Quando arrivò ad Anfield, Diogo scelse il 20 con entusiasmo. “Non camminerai mai solo”, aveva detto allora, citando lo storico inno del Liverpool. Quelle parole, oggi, campeggiano ovunque sui social. Tifosi, amici, compagni, ex colleghi: tutti stretti in un coro di dolore e gratitudine. Il primo a rompere il silenzio tra i calciatori è stato Rúben Neves, ex compagno ai Wolves e in nazionale, che in una toccante storia Instagram ha scritto: “Dicono che perdiamo le persone solo quando le dimentichiamo. Io non ti dimenticherò mai”. Poco dopo, anche Cristiano Ronaldo ha postato un messaggio struggente per il compagno di tante battaglie con la maglia del Portogallo.
Un’eredità che va oltre i numeri
La morte di Diogo Jota e di suo fratello non è solo una tragedia sportiva. È una ferita aperta nel cuore di chi ama il calcio. Diogo era uno di quei giocatori che non avevano bisogno di alzare trofei per essere ricordati: bastava guardarlo in campo, vedere come lottava su ogni pallone, come giocava per i compagni, per capire che lì c’era qualcosa di più. Aveva solo 28 anni. Un futuro davanti, la nazionale, altri sogni. Tutto svanito in una notte. Ma quel che resta è l’amore di una città intera, il ricordo indelebile nei cuori dei tifosi. E forse, anche quella maglia numero 20, che nessuno vorrà più vedere sulle spalle di un altro. Il Liverpool, per ora, osserva il lutto in silenzio. Ma il tributo dei tifosi è già partito. Diogo Jota non camminerà mai solo. Neanche ora.
