I luoghi del cuore e la semplicità di Armani
Rivalta non era solo un ricordo d’infanzia, ma un luogo vissuto e frequentato fino all’ultimo. Lo dimostra il legame con l’Antica Locanda del Falco, ristorante simbolo del borgo. «Dal 1978 veniva qui a mangiare, specialmente il sabato a mezzogiorno», racconta la titolare Sabrina Piazza. Il suo piatto preferito erano i tortelli con la coda, cucinati “più grandi del solito, come li faceva sua mamma”.
Chi lo incontrava in trattoria rimaneva colpito dalla sua naturalezza. Armani non chiedeva tavoli riservati, ma amava sedersi tra gli altri commensali, concedendo sorrisi e strette di mano. «Non faccia scomodare la signora, andrò io a salutarla», disse un giorno alla proprietaria, lasciando tutti sorpresi per la sua umiltà.
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Il legame con Piacenza e la sua gente
Dalla villa di Broni, in provincia di Pavia, Armani tornava spesso a Rivalta per visitare la cappella di famiglia o per ritagliarsi momenti di pace. Il territorio piacentino ha sempre ricambiato questo affetto. Al Garilli, lo stadio del Piacenza Calcio, è stato osservato un minuto di silenzio in suo onore.
Un filo che univa Armani alla squadra locale già dagli anni Novanta, quando firmò le divise di rappresentanza. Non solo: il calcio era legato anche alla sua famiglia, visto che sia il padre Ugo sia il fratello Sergio vestirono la maglia biancorossa. Segni concreti di un amore per la sua terra che, con la sepoltura a Rivalta, si chiude in un cerchio perfetto.