Due storie, una lezione: l’errore umano
Questo episodio, sfociato fortunatamente in una “semplice” contravvenzione, assume un significato particolare se lo si colloca nello stesso weekend in cui, sulle rive del Garda, una giovane coppia ha perso la vita centrando con la motocicletta un furgone: un altro caso in cui l’ipotesi del colpo di sonno o della perdita momentanea di controllo riporta alla mente quanto fragile sia l’equilibrio su cui si regge la sicurezza stradale. Sono due storie diverse, ma hanno un filo comune: l’errore umano amplificato da condizioni di contesto – stanchezza, distrazione, fretta, o semplicemente la confidenza sbagliata con un mezzo pesante o con un motoveicolo ad alte prestazioni. E allora occorre tornare alle regole elementari che ciascun guidatore dovrebbe tatuarsi nella memoria.
Le regole da ricordare
Primo: se i pannelli a messaggio variabile annunciano la presenza di un veicolo contromano, non bisogna cercare l’adrenalina del video virale, ma
- ridurre immediatamente la velocità,
- procedere quanto più possibile sulla corsia di destra e,
- se le circostanze lo consentono, uscire alla prima rampa oppure riparare in un’area di servizio o di parcheggio.
È sulla corsia centrale e su quella di sorpasso che si registrano i frontali più violenti; restare defilati a destra significa guadagnare metri vitali nel caso di un impatto. Secondo: la stanchezza resta un nemico subdolo quanto l’alcol. Pianificare pause regolari, idratarsi, evitare pasti pesanti e valutare con onestà la propria soglia di attenzione può salvare vite, come insegna purtroppo la tragedia del Garda. Terzo: non dare mai per scontato che “gli altri” facciano la cosa giusta. L’episodio dei due tir dimostra che l’anello debole può essere chiunque, persino un professionista del volante abituato a migliaia di chilometri l’anno. La prudenza individuale è l’ultimo baluardo quando la tecnologia – per quanto avanzata – non basta a prevenire il fattore umano.
