Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

È morta! Addio a un pezzo di storia d’Italia

Dalle Brigate Rosse al caso Moro: il ruolo cruciale di Anna Laura Braghetti

Anna Laura Braghetti entrò giovanissima nelle Brigate Rosse, l’organizzazione armata di ispirazione comunista che fu protagonista di numerosi attentati e sequestri tra il 1970 e il 1988. All’interno del gruppo, la Braghetti ricoprì un ruolo di responsabilità, diventando una delle principali custodi di Aldo Moro durante il suo sequestro, avvenuto il 16 marzo 1978 a Roma. In quella drammatica vicenda, la leader brigatista condivise con l’ex presidente della Democrazia Cristiana la prigionia presso la base di via Montalcini, dove Moro fu detenuto per 55 giorni prima di essere assassinato.

La sua presenza accanto a Moro nella cosiddetta “prigione del popolo” simboleggia la determinazione e la freddezza ideologica di quella generazione di militanti, pronta a rinunciare a qualsiasi valore umano pur di perseguire l’obiettivo rivoluzionario. Il ruolo della Braghetti nella gestione del sequestro e nella sorveglianza del politico democristiano è stato oggetto di numerosi studi e testimonianze, che ancora oggi alimentano il dibattito storico sulla responsabilità e la colpa.

Leggi anche: Tragico schianto tra autobus carico di studenti e macchina in Italia

Anna Laura Braghetti, simbolo degli anni di piombo, morta a 72 anni

Braghetti coinvolta nell’omicidio di Vittorio Bachelet

Non meno tragica fu la partecipazione della Braghetti all’omicidio di Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, assassinato nel 1980 all’Università La Sapienza di Roma. Anche questo episodio contribuì a consolidare l’immagine della Braghetti come figura chiave di un periodo segnato da violenza e radicalizzazione politica.

Oltre ai fatti più noti, la sua militanza nelle Brigate Rosse fu caratterizzata da un impegno costante nella pianificazione di azioni eversive, che la resero protagonista di indagini, processi e condanne che segnarono profondamente la sua esistenza e la percezione pubblica del suo personaggio.

Anna Laura Braghetti, custode di Aldo Moro durante il sequestro

La condanna, la detenzione e l’impegno nel sociale

Per il suo coinvolgimento diretto nei principali episodi di terrorismo politico, Anna Laura Braghetti venne condannata a 26 anni di reclusione. Durante il lungo periodo trascorso in carcere, la Braghetti intraprese un percorso personale di riflessione, maturazione e progressivo distacco dalle logiche che avevano guidato le sue scelte giovanili. Negli ultimi anni della detenzione, la ex brigatista si è dedicata al volontariato, con particolare attenzione all’assistenza dei detenuti e delle persone più vulnerabili. Questo nuovo impegno rappresentò un tentativo di restituzione sociale e di riconciliazione, sia con la propria coscienza che con la società civile. La Braghetti collaborò con diverse associazioni del terzo settore, divenendo un punto di riferimento per progetti di formazione e reinserimento.

Il suo percorso di cambiamento fu accompagnato da un intenso lavoro culturale: scrisse libri, partecipò a dibattiti e incontrò studenti e operatori sociali per raccontare la sua esperienza. Pur rimanendo una figura divisiva, la sua testimonianza fu spesso apprezzata per la sincerità e il distacco dai toni apologetici o giustificazionisti. Dopo il rilascio, la Braghetti scelse una vita defilata, lontana dai riflettori e dalla cronaca, dedicandosi quasi esclusivamente a progetti di volontariato e reinserimento sociale, in coerenza con il percorso di rinnovamento personale avviato dietro le sbarre.

Il saluto riservato e una memoria ancora aperta

Nel comunicato diffuso dai familiari in occasione della morte, non si fa menzione del passato politico della Braghetti, ma si pone l’accento sulla dimensione privata e sull’affetto che l’ha accompagnata fino all’ultimo: «Ci ha lasciati la nostra cara Anna Laura, circondata dall’amore dei familiari e degli amici. I funerali si svolgeranno in forma strettamente riservata. La sua comunità degli affetti».

Con la sua scomparsa, Anna Laura Braghetti lascia un’eredità complessa, segnata da memoria storica, colpa e tentativi di riscatto umano. La sua vicenda personale testimonia il difficile cammino di chi, dopo aver scelto la via della violenza, ha provato a ricostruire un rapporto con la società e a ritrovare una forma di pace interiore. Il suo percorso, tra luci e ombre, resta un esempio emblematico di come la storia personale e collettiva possano intrecciarsi, generando domande profonde sul significato di giustizia, perdono e memoria.

Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure