Il dolore di una comunità in lutto
La notizia della morte di Diego Borella, 47enne assistente alla produzione di origini veneziane, si è diffusa tra la troupe di Emily in Paris, la produzione Netflix per cui lavorava e ha toccato profondamente chi lo conosceva e stimava. Le riprese sono state immediatamente sospese come gesto di rispetto e dolore, mentre amici e colleghi hanno condiviso il proprio cordoglio. Le parole di chi lo ha conosciuto restituiscono il ritratto di una persona unica: l’attore Mattia Berto lo descriveva come “bello, elegante, pieno di stile”, sottolineando la sua “grande ironia” e il suo “talento brillante”. Il dolore per una “giovane vita spezzata” è stato sentito anche dalle istituzioni locali, con l’assessore al turismo Simone Venturini che ha ricordato il contributo prezioso di chi era “apprezzato e stimato da tutti nel suo campo”.

Un talento poliedrico e instancabile
Sotto la superficie di una carriera costellata di successi si celava una personalità eclettica e curiosa. Questo protagonista silenzioso del dietro le quinte aveva vissuto tra alcune delle capitali più affascinanti del mondo, lasciando il segno a Venezia, Londra, New York e Roma. Ogni città rappresentava una tappa di crescita e scoperta, alimentando quella passione inesauribile per il cinema, il teatro e la scrittura di fiabe per bambini. Il suo spirito creativo e la sua ironia lo rendevano un punto di riferimento per chiunque lo incontrasse, capace di trasformare ogni progetto in un’esperienza indimenticabile e ogni momento in un ricordo vivido.
In questo momento di dolore, ciò che resta è la traccia indelebile lasciata nel cuore di chi lo ha conosciuto. Un’eredità fatta di sogni realizzati, di passione contagiosa e di un’energia che continuerà a vibrare nelle storie e nei luoghi che ha attraversato. Il sipario si è chiuso troppo presto, ma la luce di questo viaggio rimane accesa, pronta a illuminare ancora chi lo ricorderà.