Pene più severe contro i matrimoni forzati
Il disegno di legge introduce anche nuove disposizioni per la tutela delle donne e dei minori, con particolare attenzione al fenomeno dei matrimoni forzati. La proposta prevede l’inasprimento delle pene per il reato di induzione al matrimonio mediante inganno, con pene più severe e strumenti di protezione rafforzati per le vittime.
«La libertà personale non è negoziabile», ha affermato Bignami, ribadendo che la proposta non vuole colpire alcuna religione in particolare, ma solo le pratiche illegittime e disumane che talvolta vengono giustificate come tradizioni. L’intento è quello di «proteggere i più deboli e affermare la supremazia della legge italiana in ogni angolo del Paese».

Reazioni e polemiche politiche
La proposta ha suscitato reazioni immediate: le opposizioni e le associazioni per i diritti civili e la libertà religiosa denunciano il rischio di stigmatizzazione delle comunità islamiche. Alcuni costituzionalisti temono ricorsi alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, contestando il divieto generalizzato del velo.
FdI difende però la norma come una “battaglia di civiltà”, sostenendo che la legge promuoverà integrazione autentica e sicurezza urbana.
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Il contesto europeo e le prospettive future
In Europa, Francia, Belgio e Paesi Bassi hanno già vietato il velo integrale nei luoghi pubblici, decisioni poi confermate dalle corti europee. La proposta italiana si inserisce in questo quadro internazionale, cercando di bilanciare libertà religiosa e ordine pubblico.
Il testo ora passerà in Commissione, dove inizierà il suo percorso parlamentare. Il dibattito si preannuncia acceso e destinato a dividere il Parlamento, con possibili modifiche ma anche con l’obiettivo di segnare un nuovo capitolo nei rapporti tra Stato e religione in Italia.