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Elena Vergari, la terribile scoperta dopo 20 anni: “Lo avevano detto”

Un colpo di scena riporta indietro le lancette del tempo e riapre un caso rimasto irrisolto per due decenni. A Ladispoli, in un terreno vicino alla ferrovia, sono stati ritrovati resti che potrebbero appartenere a un essere umano, proprio nel punto indicato vent’anni fa da una misteriosa lettera anonima con allegata una mappa. Il giallo riguarda la scomparsa di Elena Vergari, sparita nel nulla il 5 giugno 2005 e mai più ritrovata. La vicenda, al centro dell’ultima puntata della trasmissione Chi l’ha visto?, torna ora sotto i riflettori della cronaca con la concreta possibilità di una svolta giudiziaria.

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La mappa e il ritrovamento

La chiave di questa inattesa riapertura sta nella mappa fotografica inviata anni fa in forma anonima alle autorità e riesumata di recente grazie all’impegno dei familiari. Seguendo quelle coordinate, un cronista della trasmissione Rai ha raggiunto un terreno di via Battisti, a ridosso della linea ferroviaria Roma–Civitavecchia. È stato proprio lì che, scavando nella terra smossa, sono affiorate ossa che hanno immediatamente fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine.

Sul posto sono accorsi gli agenti del commissariato di via Vilnius, gli uomini della Scientifica e il medico legale. L’area è stata transennata e posta sotto sequestro dalla Procura di Civitavecchia, che ora dovrà chiarire se i resti appartengano effettivamente a un essere umano. Se confermato, scatteranno analisi del DNA e nuove campagne di scavo. Sarebbe la prima vera pista concreta dopo vent’anni di silenzi, depistaggi e archiviazioni.

Un mistero lungo vent’anni

Elena Vergari aveva 47 anni al momento della scomparsa. Le ricerche condotte nel 2005 non portarono a nulla, nonostante gli appelli disperati del fratello Paolo e del figlio Daniele. Nel 2017, dopo un’indagine lampo, il fascicolo venne chiuso e archiviato. All’epoca era già arrivata la lettera anonima con la mappa, ma la Procura si limitò a farla analizzare dai Ris: risultò che l’autore aveva usato dei guanti per non lasciare impronte. Nonostante questo dettaglio inquietante, nessuno ordinò mai di scavare nel punto segnalato, riporta Il Messaggero.

Fu solo grazie alla caparbietà del fratello che la vicenda è tornata a galla: ottenuta la copia della mappa tramite accesso agli atti, Paolo Vergari l’ha consegnata alla redazione di Chi l’ha visto?, dando il via alla nuova indagine giornalistica che ha portato alla scoperta dei resti. Ora ci si interroga sul perché, nel 2017, le autorità non abbiano disposto verifiche più approfondite proprio nel punto cerchiato in rosso sulla cartina.

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