Le dinamiche locali: il caso Firenze e la lista Giani
Particolare attenzione merita il risultato di Firenze, dove il PD scende dal 30% delle comunali al 27,7%, segnando una delle peggiori performance regionali. La sindaca Sara Funaro ha dichiarato che è necessaria una “riflessione” politica interna e che seguiranno “decisioni conseguenti”, segno di una consapevolezza delle difficoltà crescenti anche nelle roccaforti storiche.
Sull’altro fronte, si distingue il successo della lista civica “Giani presidente, Casa Riformista”, che con l’8,8% dei consensi si afferma come seconda forza della coalizione e terza in assoluto nella regione. Questo risultato ha suscitato interesse anche a livello nazionale: Matteo Renzi lo ha definito “impressionante” e ha parlato di una possibile “strada nazionale per un polo riformista e moderato all’interno del centrosinistra”. Una visione condivisa anche da Peppe Provenzano, dirigente PD su posizioni opposte rispetto a Renzi, che ha ribadito come “una gamba centrista sia ormai fondamentale per la tenuta della coalizione”.


Leadership, coalizione e ruolo di Giani
In questo scenario, il ruolo di Eugenio Giani si conferma centrale: la sua leadership, caratterizzata da pragmatismo e attenzione al governo, ha permesso di aggregare anime differenti all’interno del cosiddetto “campo largo”. Giani ha sottolineato che il merito della vittoria non è solo personale ma frutto del lavoro di squadra, ringraziando Elly Schlein come “regista della coalizione”. Ha inoltre riconosciuto il contributo specifico di ogni forza: “M5S per l’acqua pubblica, Avs per il lavoro, i riformisti per le opere pubbliche”. La campagna è rimasta radicata su temi regionali, evitando derive ideologiche e questioni internazionali che in altri contesti hanno complicato le alleanze, come il dibattito sulla Palestina.
Il nuovo consiglio regionale riflette il riequilibrio tra le varie componenti della coalizione: il PD perde otto seggi e passa da 22 a 14 consiglieri, di cui otto riconducibili all’area Schlein e sette all’area riformista, oltre al presidente. La lista Casa Riformista ottiene quattro seggi, Avs tre e il Movimento 5 Stelle due. Questa composizione evidenzia la crescente importanza delle forze centriste e la necessità di mantenere una leadership inclusiva per garantire la stabilità della maggioranza. La situazione in Toscana appare quindi stabile, ma non priva di segnali d’allerta per il futuro. Il centrosinistra mantiene la guida della regione, ma deve fare i conti con una perdita di voti e seggi, una concorrenza sempre più strutturata da parte del centrodestra e la necessità di ridefinire le proprie strategie di fronte a un elettorato che mostra segni di volatilità e disaffezione. La sfida per il PD e i suoi alleati sarà ora quella di rilanciare una proposta politica in grado di riconquistare consenso sia a livello regionale che nazionale.