Il racconto della madre: “Non si drogava, qualcuno l’ha portata lì”
L’ipotesi dell’overdose non convince la madre, Alessandra Loreti, che ha parlato a “Repubblica”: «Mia figlia non si drogava». Emanuela era rientrata a Roma da Torino dopo la fine di una lunga relazione, con l’intenzione di ricominciare da zero e cercare un nuovo lavoro. Si era stabilita nel quartiere Colli Aniene. L’ultimo messaggio alla madre è arrivato il 16 luglio: “Vado al mare”, aveva scritto, prima di aggiungere che il cellulare si stava spegnendo. Da quel momento, nessun contatto. Secondo alcune testimonianze, la giovane potrebbe essere stata vista nei pressi della stazione Malatesta e del Quarticciolo, aree collegate allo spaccio di crack, ma la madre esclude che si trovasse lì di sua volontà: «Quel posto è irraggiungibile da sola, lei non aveva l’auto».
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Indagini in corso e appello della famiglia
La Squadra Mobile è al lavoro per far luce sulla vicenda. La madre della vittima ha lanciato un appello accorato: «Voglio sapere cosa le è successo. Troppe donne vengono uccise e abbandonate». Fondamentali saranno i risultati dell’autopsia, che potrebbero chiarire le cause effettive del decesso. Intanto, la sparizione del cellulare e l’occultamento del cadavere fanno pensare a un coinvolgimento di terzi. La famiglia non intende arrendersi: «Spero che si riesca a dare un volto a chi le ha fatto del male. Non possiamo far finta di niente».